radiopropagazione
radiopropagazióne s. f. [comp. di radio- (nel sign. c) e propagazione]. – Il complesso dei fenomeni attinenti alla propagazione di radioonde (generate artificialmente oppure emesse da sorgenti naturali, per es. da radiosorgenti cosmiche). Con sign. più specifico, in radiotecnica, complesso dei fenomeni in virtù dei quali le onde elettromagnetiche emesse dall’antenna di una stazione radiotrasmittente si propagano a distanza sino all’antenna di una stazione radioricevente, permettendo lo stabilirsi di un radiocollegamento che può svolgersi con diverse modalità, in base alle quali si distinguono: r. per onde terrestri, che avviene essenzialmente attraverso correnti che si propagano lungo la superficie terrestre grazie alla conducibilità del mare e del suolo, e che è efficace soprattutto per onde lunghissime, lunghe e medie (frequenza minore di 2 MHz); r. ionosferica, che avviene per riflessione da parte delle particelle cariche presenti nella ionosfera, consentendo quindi di raggiungere grandissime distanze (dell’ordine del migliaio di chilometri), e che risulta efficace soprattutto per le onde corte e cortissime (frequenza tra 2 e 30 MHz); r. troposferica, dovuta a fenomeni di rifrazione e diffusione nella bassa atmosfera terrestre (cioè nella troposfera), che consente di raggiungere stazioni situate poco oltre l’orizzonte (peraltro con notevoli disturbi causati dalla instabilità e irregolarità delle condizioni atmosferiche), e che è efficace soprattutto per onde ultracorte e microonde (frequenze maggiori di 30 MHz), le quali non vengono riflesse dalla ionosfera. In pratica, per le radioonde di quest’ultima regione dello spettro (per es., quelle emesse dalle stazioni televisive), la radiopropagazione avviene essenzialmente mediante ripetitori o, per distanze intercontinentali, mediante satelliti artificiali.