radiobase
(radio-base), s. m. e agg. inv. Nelle telecomunicazioni, impianto, stazione per la diffusione di onde radio; relativo alla diffusione di onde radio. ◆ gli strateghi Omnitel, sicuri di vincere una delle licenze Umts che il Governo italiano promette di mettere in gara entro qualche settimana, stanno già premendo sull’acceleratore. I partner di Omnitel per la nuova avventura ci sono già: l’americana Lucent per le stazioni «radio-base» e la finlandese Nokia (che ha già costruito la rete Gsm di Omnitel) per i telefonini e i nuovi servizi. (Sole 24 Ore, 18 febbraio 2000, p. 13, Italia-Economia) • è bene che il numero di antenne per radiobase cresca, anziché diminuire: se la zona coperta da una grossa antenna venisse spartita fra 4 antenne più piccole e di minore potenza, si avrebbero 4 campi elettromagnetici che decadono in distanze decisamente più brevi rispetto all’unico campo elettromagnetico creato dall’antenna unica. (Stampa, 25 aprile 2001, Tuttoscienze, p. 4) • Doccia fredda per Palazzo Moroni in merito alla vicenda legata all’attivazione di nuove stazioni radio-base per la telefonia mobile. I giudici amministrativi veneziani hanno infatti accolto il ricorso dei quattro gestori di telefonia contro l’ordinanza del sindaco con cui venivano bloccate le nuove installazioni. (Claudio Bertoncin, Gazzettino, 9 ottobre 2004, Padova, p. V).
Composto dal confisso radio-2 aggiunto al s. f. base.
Già attestato nella Repubblica del 26 luglio 1994, p. 37, Economia, usato come agg.