radere /'radere/ [lat. radĕre] (pass. rem. rasi, radésti, ecc.; part. pass. raso). - ■ v. tr. 1. a. [tagliare via col rasoio i peli da una parte del corpo, anche nella forma radersi se l'operazione è fatta su se stessi, o con la prep. a del secondo arg. se fatta su altri: r. (o radersi) i baffi; r. la barba a qualcuno] ≈ (scherz.) pelare, rasare, (scherz.) tosare, [spec. riferito ad ascelle o gambe] depilare, [spec. riferito a capelli] rapare, [riferito a mento o gote] sbarbare. b. [tagliare la barba a qualcuno: r. una persona] ≈ fare la barba (a), rasare, sbarbare, (non com., scherz.) sbarbificare. 2. (estens.) a. [rimuovere mediante raschiatura un'incisione, una scritta, ecc.] ≈ (lett.) abradere, cancellare, grattare, raschiare. b. [fare opera di completa distruzione, spec. nelle espressioni radere a terra, radere al suolo: r. al suolo una città] ≈ abbattere, atterrare, (fam.) buttare giù, distruggere, smantellare, spianare, [riferito a mura, edifici e sim.] demolire, [riferito a mura, edifici e sim.] diroccare, [riferito a mura, edifici e sim.] sbriciolare, [riferito a mura, edifici e sim.] sgretolare. ↔ alzare, costruire, edificare, erigere, fabbricare, innalzare, (fam.) tirare su. 3. [passare molto vicino a una superficie: r. il suolo] ≈ lambire, rasentare, sfiorare. ■ radersi v. rifl. [tagliare via la propria barba col rasoio] ≈ farsi la barba, rasarsi, sbarbarsi, (non com., scherz.) sbarbificarsi.