raccolta
raccòlta s. f. [der. di raccogliere, part. pass. raccolto]. – 1. a. L’operazione e l’attività di raccogliere i frutti della terra: fare la r. del grano, del fieno, dei carciofi, dei fagioli, ecc.; e anche i frutti degli alberi: la r. dell’uva, delle noci, delle olive, delle castagne; analogam., nella bachicoltura, la r. dei bozzoli. In tutti questi casi, spesso usato assol. (nel tempo della r.; provvedere alla r.; gli operai per la r.), quando è facile sottintendere di quali prodotti si parla. In partic., in etnologia, l’attività di raccogliere quanto è prodotto e offerto spontaneamente dall’ambiente naturale, sia vegetali commestibili o comunque utili, sia anche piccoli animali terrestri (caccia-raccolta) o acquatici (pesca-raccolta) facilmente catturabili; questa attività, che costituisce la forma più semplice di economia agricola (ed è chiamata anche colletta), è praticata da varî popoli per lo più nomadi, attuali e soprattutto estinti, dei diversi continenti (popoli raccoglitori: v. raccoglitore). b. concr. Il complesso dei frutti raccolti: r. abbondante, grassa, magra, incerta, meschina; si è fatta una bella, una buona r.; era quello il second’anno di r. scarsa (Manzoni); ho tutta la r. nell’aia (Verga); anche l’insieme dei frutti da raccogliere: speriamo in una buona r.; la campagna promette una magnifica raccolta. In questi sign., più com. raccolto. 2. a. Più genericam., l’azione di raccogliere, di radunare, di mettere insieme più cose simili: provvedere alla r. di fondi, di offerte, di sottoscrizioni, di testimonianze, di notizie, ecc. Caricare a raccolta, nel traffico marittimo, di nave che imbarca mercanzie appartenenti a proprietarî diversi. R. differenziata dei rifiuti, attuata separando in appositi contenitori le sostanze riutilizzabili (vetro, carta, alluminio, ecc.) dai rifiuti di altro genere. Saggio di raccolta (o passivo), nel linguaggio di banca, il saggio d’interesse pagato dalle banche per procurarsi fondi, in contrapp. al saggio d’impiego o attivo, relativo alle operazioni con cui esse concedono crediti. Raccolta delle segnature, in tipografia, l’operazione con cui si uniscono e dispongono in ordine progressivo le segnature di cui è composto un libro (o rivista, ecc.), per la successiva pressatura o cucitura. b. Nelle costruzioni idrauliche, bacino di raccolta, qualsiasi manufatto (camera, vasca, galleria, ecc.) nel quale venga convogliata acqua per varî scopi, e in partic. nelle opere di presa delle acque sorgive. 3. Insieme di oggetti omogenei radunati con una certa cura e funzionalità: una r. di monete antiche, di francobolli, di quadri, di libri rari, ecc. (più fam. di collezione, che talora implica anche un senso di maggiore compiutezza e sistematicità); r. di proverbî, di citazioni, di iscrizioni; r. di lettere; r. di rime antiche; come sinon. meno com. e più generico di collana (editoriale): pubblicare una r. di classici greci, di prosatori del Trecento, di poesie contemporanee; r. (più com. miscellanea) di saggi scientifici, di studî, per lo più realizzata per onorare o ricordare uno studioso. In partic., in diritto, Raccolta ufficiale delle leggi e decreti della Repubblica italiana, pubblicazione ufficiale che raccoglie tutte le leggi e tutti i decreti emanati per l’esecuzione delle leggi, per esteso se la loro conoscenza interessa la generalità dei cittadini, altrimenti per sunto o estratto. 4. Di persone, e spec. di soldati, adunata, soprattutto nelle frasi: chiamare a r., suonare a r.; meno com. in usi estens.: chiamare a r. i proprî collaboratori; o fig.: chiamare a r. i pensieri, le forze. Col sign. di riunione, insieme di persone raccolte, ha per lo più valore spreg.: una r. di gente di ogni specie. 5. Nel linguaggio medico, accumulo circoscritto di materiale patologico (pus, essudati) in una cavità organica o nello spessore di un organo. 6. ant. Accoglienza. ◆ Dim. raccoltina; spreg. raccoltùccia; accr. raccoltóna; pegg. raccoltàccia (tutti con riferimento per lo più ai frutti ricavati dalla terra).