quiete
quiète s. f. [dal lat. quies -etis]. – 1. Lo stato di ciò che è fermo rispetto a un sistema di riferimento; immobilità. Con questo senso, si contrappone di solito a moto, spec. nella fisica: un corpo in q.; passaggio dallo stato di q. allo stato di moto; in grammatica e nella lessicografia, verbi di q. e verbi di moto, soprattutto con riguardo alla reggenza di complementi di luogo. Nell’uso corrente, con valore relativo (più vicino a calma): la q. dell’aria, quando non spira vento; il mare era in q. perfetta, senza onde o increspature. 2. a. Stato di tranquillità esterna, non turbata da movimenti, da rumori molesti, da alcuna agitazione: la q. notturna; la q. dei campi nelle ore meridiane; c’è una gran q. quassù; sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo (Leopardi); La quiete dopo la tempesta, titolo di uno dei canti di G. Leopardi, del gruppo dei «grandi idillî». b. In senso più soggettivo, condizione di tranquillità esterna che permette il riposo del corpo, o che dà serenità allo spirito, che rende possibile la vita regolare e un lavoro ordinato: essendo ... le cose de’ longobardi prospere e in q. (Boccaccio); turbare, disturbare la q. pubblica (anche come reato, disturbo della q. pubblica, denominazione ancora com. nell’uso corrente ma sostituita nel codice vigente da «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone», punito come contravvenzione); la q. domestica; la q. del convento; ritirarsi nella q. e nella solitudine; il malato ha bisogno di q.; finalmente potrò lavorare con un po’ di q.; non si ha mai un momento di q. in questa casa. Talora indica più specificamente la tranquillità, la pace dello spirito: è un mezzo amante della q.; desidero solo un po’ di q.; il dubbio, il rimorso non gli dava q. (più com. pace o requie); lo faccio per la q. della mia coscienza. Per preghiera o orazione di quiete, v. quietismo. c. Il riposo assoluto, la pace eterna della morte: la q. del sepolcro; i sacerdoti in tanto Quïete a l’alma gli pregâr co ’l canto (T. Tasso); Forse perché della fatal quïete Tu sei l’immago a me sì cara vieni O Sera! (Foscolo).