quartabuono
quartabuòno (pop. quartabòno; ant. quartobuòno, 'quarto buòno', quartobòno) s. m. [dallo spagn. cartabón, e questo dal provenz. ant. escartabont, der. del lat. quartus «quarto»]. – 1. a. Squadra di legno, usata in falegnameria e in disegno, che ha la figura di un triangolo isoscele rettangolo e consente perciò di tracciare angoli di 45°. b. Strumento di legno costituito da due bracci uguali, uniti tra loro come in un compasso, usato in carpenteria per segnare sul pezzo una linea di taglio formante un dato angolo con una assegnata direzione. 2. A quartabuono, locuz. avv. e agg. riferita a elementi strutturali che presentano un angolo di 45° (tagliare, unire a quartabuono). Giunto a q., giunzione adottata, soprattutto per le cornici, tra due elementi che debbano formare angolo retto, ottenuta tagliando le estremità dei due pezzi lungo una superficie inclinata di 45° rispetto ai loro assi. 3. Nella costruzione navale, con riferimento a una generica sezione trasversale di uno scafo passante per una costola o ordinata (piano dell’ordinata o di garbatura), l’angolo diedro formato dal piano dell’ordinata stessa con la superficie esterna dell’ossatura; è funzione dell’andamento più o meno curvilineo dello scafo (nella zona prodiera il quartabuono, detto q. grasso, è maggiore di 90°, in quella centrale è circa uguale a 90°, verso poppa può essere uguale o inferiore a 90°, q. magro) e varia sia lungo il contorno della stessa costa sia da costola a costola; nelle navi in ferro coincide con l’apertura, verso poppa, delle lame delle verghe angolari sulle quali vengono collegate le lamiere costituenti il fasciame; è pertanto elemento essenziale per sagomare la faccia esterna di ciascuna ossatura perché aderisca perfettamente al fasciame che a essa si appoggia e che costituisce, appunto, la carena.