quanto1
quanto1 agg., pron., avv. e s. m. [lat. quantus agg., quantum avv.]. – Indica, con valore interrogativo e relativo, la quantità, come grandezza o misura (numero), estensione o durata, di singoli elementi o categorie di elementi (persone, animali, cose, ecc.). Nel sing., al masch. e al femm., può essere apostrofato davanti a parole che cominciano per vocale o per h-: quant’orgoglio!; quant’uva compro?; quant’è di peso?; quant’hai da aspettare? 1. In prop. interrogative dirette e indirette, come agg.: q. pane è rimasto?; q. denaro ti occorre?; q. tempo ci manca?; q. giorni sono passati? Come pron.: quanti ne vuoi?; quanti ne abbiamo del mese?; quante hanno approvato la nostra proposta?; con valore neutro: quanto chiede?, e, nell’atto di pagare, quant’è?, quant’è in tutto?; seguito da un partitivo: q. c’è di vero in ciò che mi è stato detto? Come avv.: q. dobbiamo camminare ancora?; q. vale, q. costa?; modificando un agg.: quant’è lungo il cammino? Preceduto da preposizione: a quanto li vende al chilo?; di q. lo supera?; per q. potremo resistere ancora? In interrogazioni indirette: dimmi q. anni hai; non so q. giorni (o per q. giorni) mi tratterrò; Dio sa quant’io desideri il suo ritorno; non sa neppur lui quanto vale; né anche si potrà sapere a quanti siamo del mese, perché non si stamperanno più lunari (Leopardi). Ellitticamente: sono contento di rivederti e non ti dico quanto (sia contento); ci ho lavorato, Dio sa quanto. 2. In frasi di tono esclamativo, con usi analoghi a quelli delle interrogative: quanta distanza ci corre!; q. tempo è passato!; q. sono contento di rivederti!; Frate Francesco, q. d’aere abbraccia Questa cupola bella del Vignola (Carducci). In frasi ellittiche: l’ho aiutato, e quanto!; talvolta in tono di rimprovero: quante chiacchiere!; q. discorsi inutili! Ant. e raro il latinismo quanto o quanti molti, per il semplice quanti (lat. quam multi): ah! quante si veggono famiglie molte cadute e ruvinate (L. B. Alberti). 3. a. Con funzione di agg. e pron. relativo, tutto quello che, tutti quelli che, della quantità (misura, grandezza) che; spesso in correlazione con tanto: ti aspetterò per q. tempo vorrai; risponderò a quanti vorranno interrogarmi; prendine quanti vuoi; quanti sono gli uomini, tanti sono i pareri; c’era tanta gente, quanta non se n’era mai vista; rafforzato da tutto, tutti: ci andremo tutti quanti (cioè, tutti quanti siamo); si è bagnato tutto q.; temo che ci rimetterà tutto q. il capitale. Con valore neutro: si presentò con q. occorreva; farò q. è in me; Che q. piace al mondo è breve sogno (Petrarca); seguito da un compl. partitivo: Con q. di quel salmo è poscia scripto (Dante); è q. di meglio posso darle; lo giuro su q. ho di più sacro; in frasi ellittiche: a conferma di q. sopra, di ciò che si è detto sopra; questo è q., tutto quello che avevo da dire (a conclusione di un discorso); sempre con valore neutro, preceduto da preposizione, in frasi con cui si tende a limitare il valore di un’asserzione: per q. mi risulta (per ciò che mi risulta); a q. si dice, ecc. b. Come avv., nella misura, nella quantità che, tutte le volte che (in alcuni casi acquista il valore di una congiunzione): aggiungere acqua q. basta; lo ripeterò q. sarà necessario; lo aspetterò q. è giusto; la fama ancor nel mondo dura, E durerà quanto ’l mondo lontana (Dante); nell’uso letter., per il tempo che: sol quant’ella parla ho pace o tregua (Petrarca); E tra le fiere spazia e tra le piante, Se non quanto è con lei, romito amante (T. Tasso). Con valore restrittivo, per ciò che riguarda ...: quanto al battere, si rassomiglia a un oriuolo (Leopardi); soprattutto frequente con pron. pers., q. a me (anche in q. a me), q. a te, q. a noi, q. a voi, ecc. (e analogam., con sostantivi: q. a lor signori, q. ai nostri avversarî, ecc.): q. a me, sono disposto a rischiare; q. a voi altri, ne riparleremo dopo; per la 1a pers., in usi pop. ant., anche quanto io (o quanto è io): ché, quanto io, non sono acconcio (Sacchetti); ché, quanto è io, non mi ricordo che io vi vedessi giammai (Boccaccio). c. Come avv., può anche modificare verbi o agg. che indicano lontananza o estensione, con riferimento alla misura di essa: Luogo è là giù da Belzebù remoto Tanto q. la tomba si distende (Dante); e precede spesso agg. o avv. comparativi: q. più vado avanti negli studî, tanto più mi accorgo della mia ignoranza; E quant’om più va sù, e men fa male (Dante). In espressioni che hanno valore di superl. relativo: q. più celermente, il più celermente possibile (cfr. lat. quam celerrime); q. prima, al più presto; q. meno (anche, non com., in una parola: quantomeno), al minimo, almeno: vorrei uscirne con qualche vantaggio o, q. meno, senza danno. In comparativi di uguaglianza, in correlazione con tanto: quanto tra’ cavalieri era ... il marchese famoso, tanto la donna ... era bellissima (Boccaccio); una fanciulla tanto buona quanto bella; il diavolo non è tanto brutto q. (lo) si dipinge; in frasi negative, per dare maggior risalto all’ipotesi introdotta da tanto: era ammirato da tutti non tanto per la sua gentilezza q. per la generosità; talvolta in correlazione con altrettanto e così: un atto altrettanto inutile q. assurdo; non è così difficile quanto si crede (o anche, come si crede); è q. dire, è come dire: quant’è vero Dio, quant’è vero che sono al mondo, frasi asseverative. Frequente la locuz. quanto mai, che è propriam. un uso ellittico: mi sono divertito q. mai, tanto quanto non m’ero mai divertito; o serve a rafforzare un agg., dandogli valore di superlativo: uno spettacolo q. mai divertente; è bello, brutto, furbo q. mai; meno com. la locuz. tanto quanto (o tanto o quanto), un poco: fermati tanto o quanto, e guardami (Leopardi); o pressappoco, più o meno: «Avrai speso un cento euro» «Sì, tanto quanto». 4. Con valore di avv. e cong., in locuz. particolari: a. Preceduto da in, per introdurre una proposizione che limita il concetto espresso nella principale (in correlazione spesso con in tanto): Voglia assoluta non consente al danno; Ma consentevi in tanto in q. teme (Dante); in tanto l’uomo è libero in q. accetta la legge della ragione; seguito da un sost. o attributo, col sign. di «come, nella funzione, nella qualità di»: in q. ambasciatore, gli è dovuto il titolo di eccellenza. Come cong. causale, in quanto che (raro inquantoché), perché, per il fatto che: non te l’ho detto, in q. che (ma anche semplicem. in quanto) volevo che lo indovinassi da te. b. Preceduto dalle prep. da o per, con lo stesso uso e sign. avverbiale di tanto: quest’acqua non si può bere, da (o per) q. è gelata. c. Preceduto da per, nella locuz. di valore concessivo per quanto (con il verbo al cong.): per q. si sforzi, non ci riuscirà mai; il problema, per q. sia difficile, si può risolvere; usata assol., all’inizio di frase, serve a sospendere e correggere quanto s’è appena affermato: gli scriverò ... per quanto ... sarà forse meglio dirglielo a voce. 5. s. m. La quantità, l’entità (solo al sing., e per lo più con l’art. determinativo): La vista mia ... tutto prendeva Il q. e ’l quale di quella allegrezza (Dante); va bene, posso anche collaborare: ma devo sapere il come e il q.; quest’auto mi piace, e la comprerei: ma dovremo accordarci sul quanto, sul prezzo, sulla cifra. Per il significato più specifico che il termine ha assunto nella fisica moderna, v. quanto2.