puttanopoli
(Puttanopoli), s. f. inv. Scandalo suscitato da favoritismi concessi in cambio di prestazioni sessuali. ◆ Dopo mesi di prime pagine sulla finanziaria, «puttanopoli» per i giornali è una boccata d’ossigeno, questo almeno se accettiamo la sintesi del Dago-pensiero. (Gianluca Nicoletti, Stampa, 10 dicembre 2006, p. 23, Cronache Italiane) • Nel marasma collettivo, nel vuoto di progetti, nel tempo dell’immagine a distanza, viene piuttosto da chiedersi se non sia proprio il corpo, questo contenitore ipersensibile di carne, sangue ed ossa, l’unica entità «politica» che tenta di attrarre quello che appare l’ultimo residuo di realtà e di senso. […] Le foto delle prodezze ginniche del presidente del Consiglio e il book delle aspiranti-veline risucchiate nel lieto gorgo di «Puttanopoli». (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 18 dicembre 2006, p. 1, Prima pagina) • Il garantismo è una gran cosa, ma non può diventare un brodo d’indulgenza. E non possiamo, ogni volta, minimizzare: una pacca sulle spalle al tramaccione di turno, e via. Certo: Puttanopoli è meno triste di Calciopoli, meno grave di Bancopoli e meno sconvolgente di Tangentopoli. Ma non ci fa onore, diciamo. (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 15 marzo 2007, p. 42).
Composto dal s. f. puttana con l’aggiunta del confisso -poli2.
Già attestato nella Stampa del 18 agosto 2000, p. 24, Società e Cultura (Guido Ceronetti).