puttana
s. f. [dal fr. ant. putain, caso obliquo di pute «donna di facili costumi», femm. di put (v. putto1)], volg. – 1. Prostituta, meretrice: andare a puttane, frequentare prostitute. Con uso fig., in espressioni ingiuriose: figlio di puttana, un gran figlio di p., persona disonesta, corrotta, spregiudicata, capace di qualsiasi azione; con valore attenuato, e spesso scherz., furbacchione. Con altro senso nelle locuz. fig. andare, mandare a puttana, o a puttane, andare, mandare in malora, trascurare e far rovinare qualcosa. 2. Per estens., persona (di sesso femminile o maschile) amorale, che si adegua per interesse alle circostanze, cambiando opinione e partito con estrema leggerezza e velocità; fare la p., fare il ruffiano, la ruffiana. 3. Talora anche in funzione di agg., in espressioni e in esclamazioni blasfeme o triviali: miseria p.!, porca p.! e sim ◆ Dim. puttanèlla (v.), poco com. puttanina; accr. puttanóna e anche puttanóne m.; pegg. puttanàccia e pop. puttanazza.