punzone
punzóne s. m. [lat. punctio -ōnis «puntura», der. di pungĕre «pungere», part. pass. punctus]. – 1. tosc. e letter. Forte colpo dato col pugno o con la mano aperta: fattoglisi incontro, gli diè nel viso un gran p. (Boccaccio); Orlando ... da lor si difende co’ punzoni (Pulci); con un gran p. nel petto, fece dare indietro otto o dieci passi un altro che gli correva incontro (Manzoni). 2. Arnese fornito di puntale usato per la macellazione dei suini, detto più spesso bolzone. 3. Asta di acciaio duro che porta incisi a una estremità troncopiramidale una sigla, una lettera, un numero, ecc., e serve a marcare o a contrassegnare una superficie: p. per coniare monete; p. per imprimere fregi e scritte sulle coperte (in pelle o tela) dei libri, in legatoria, operazione che si effettua per lo più interponendo, tra il punzone e la coperta, una lamina d’oro; bollo a p., bollo impresso mediante punzone (può essere impresso dagli uffici del registro su atti, scritti, stampe e registri invece di applicarvi le marche da bollo o il visto per il bollo). In tipografia, arnese, realizzato in metallo molto duro, recante all’estremità una lettera o altro segno tipografico incisi in rilievo, che veniva adoperato nel preparare una matrice di metallo più tenero (per es., rame) in incavo, nella quale erano fusi i caratteri tipografici da utilizzarsi nella stampa a caratteri mobili (v. anche punzonatura, n. 2). In tecnologia meccanica, è l’elemento attivo che, accoppiato a una matrice fissa o parzialmente fissa, esercita su una lamiera una pressione rapida, sufficiente a produrre la recisione della lamiera; o anche l’elemento attivo operante nella estrusione inversa, e l’elemento attivo nelle lavorazioni di imbutitura e di stampaggio. 4. estens. a. Utensile usato per effettuare la sbavatura di pezzi fucinati. b. Attrezzo che serve per eseguire fori su masselli mediante mazze o magli.