punto3
punto3 avv. e agg. [dal sost. punto2, come rafforzativo di una negazione: non punto «neanche un punto, neanche in quantità minima»]. – 1. avv., tosc. e letter. a. Affatto, come rafforzativo di una negazione (non, senza): non ci penso p., non ne sono p. convinto; senza p. stupirsi, senza p. commuoversi; in unione con poco, nelle locuz. né poco né punto, né punto né poco (anche senza la negazione: lo conosco poco o punto); raddoppiato, per enfasi: non sembrava punto punto soddisfatto. Con funzione di pron. indef., niente: il bambino non ha mangiato punto; anche seguito da compl. partitivo: nel tempo estivo e caldo [la casa] volgeva a tramontana, e così avea l’aere fresco senza punto di sole (Boccaccio); questa valle non ha quasi punto di pendenza (Torricelli). In usi ant., preceduto talora dall’art. indet. (rivelando così l’originario valore di sost.): come il corpo senza l’anima non può vivere, così io senza di voi non potrei un p. durare (Pasqualigo); questo concetto del resto non è un p. nuovo (Imbriani). b. In frasi affermative, poco, per poco, in misura minima, per lo più in proposizioni di senso ipotetico o concessivo: qual di questa greggia S’arresta punto, giace poi cent’anni ... (Dante); come un fiore appena sbocciato ... pronto a concedere le sue fragranze alla prim’aria che gli aliti punto d’intorno (Manzoni), e raddoppiato: per uno che abbia punto punto il dono della coerenza (Soffici). c. Sempre con il sign. di affatto, per niente, ma in frasi prive di altra negazione: «va bene, ci vado» mi rispose, punto soddisfatto; badavano ai loro interessi con una certa furberia, da gente punto disposta a farsi mettere in mezzo (Capuana). Come risposta: «Ti è piaciuto il film?» «Punto!». d. In unione con che, come cong. equivalente a «appena che», «non appena», «per poco che» e sim.: Deve per questo la mia bella moglie, ... Punto ch’io metta il piè fuor de le soglie ..., Disonorare il marital mio letto? (Marino); e raddoppiato: il popolo ..., punto punto che qualche fornaio indugiasse, pressava e brontolava (Manzoni). 2. Come agg. (e quindi declinato anche al femm. e al plur.), nell’uso colloquiale tosc., niente, affatto, nessuno, in frasi negative: non ho p. sonno; non mi sento punta fame; sei veramente sicuro che in quel paese non ci sono punte scuole? (Collodi); gli scolari, a dire il vero, mi dànno poco a fare, perché non ne ho punti (Carducci). Anche senza la negazione: noi di mezzi ne avevamo pochini; si può dire anzi punti (Soffici); e così in risposte brachilogiche: «Ne hai voglia?» «Punta»; talora anticipato già nella domanda: «Hai punti soldi con te?» «Punti».