pulire
v. tr. [lat. polire «pulire, levigare»; cfr. polire] (io pulisco, tu pulisci, ecc.). – 1. a. Togliere il sudicio (o quanto in genere ricopra indebitamente una superficie), di qualunque genere esso sia e qualunque procedimento si usi: p. la strada, la piazza (talora con un essere inanimato come sogg.: forti raffiche di vento pulivano le vie); p. il pavimento con la scopa, con l’aspirapolvere; p. il tavolo, la scrivania, il cassettone, togliere lo sporco, la polvere; p. gli abiti, spazzolarli o smacchiarli (più raram. lavarli, operazione per la quale si adopera in genere il verbo proprio); p. le scarpe, spazzolarle, lucidarle; p. la penna, i pennelli, toglierne l’inchiostro e rispettivam. il colore dopo averli usati; p. i vetri, una lastra di marmo, strofinarli con un panno umido o altro per renderli lucidi; p. una ferita, detergerla, disinfettarla. Con uso assol., fare le pulizie di casa: sta tutto il giorno a pulire. Con il pron. rifl., in funzione di compl. oggetto o di compl. di termine: pulirsi, pulire il proprio corpo o parte di esso: pulirsi la faccia, le mani, forbendole o astergendole; pulirsi la bocca, col tovagliolo, a tavola; pulirsi il naso, col fazzoletto; pulirsi dalla polvere; talora con compl. indicante il vestiario o parte del vestiario che il soggetto indossa: salgo un momento in casa a pulirmi le scarpe (con altro senso, pulirsi le scarpe prima d’entrare in casa, strofinare le suole sullo stoino per levarne lo sporco). b. Togliere ciò che è inutile, che ingombra, dà fastidio e sim.: p. un campo, un’aiuola dalle erbacce; p. il giardino dalle foglie secche; anche, eliminare la parte non buona, spec. parlando di alimenti: p. l’insalata; p. il pesce (anche nel senso di liberarlo dalle lische prima di mangiarlo). c. Locuzioni fig.: p. il piatto, mangiare tutto, lasciando il piatto completamente vuoto; p. le tasche, il portafoglio a qualcuno, o più brevemente pulirlo, portargli via tutti i soldi, tutti gli averi. 2. non com. Levigare per rendere finito, perfetto (in questo sign., è più usato e più proprio polire); fig., limare, raffinare, perfezionare: p. uno scritto. ◆ Part. pass. pulito, anche come agg., in varie accezioni (v. la voce).