prosaico
proṡàico agg. [dal lat. tardo prosaicus] (pl. m. -ci). – 1. letter. Che ha il tono, il carattere della prosa, detto come giudizio per lo più negativo con riferimento a opere, componimenti, discorsi che dovrebbero avere uno stile elevato: versi p.; locuzione, espressione p.; stile prosaico. 2. fig. Privo di poesia, di sentimento, di ideali, incapace di trascendere gli aspetti materiali della vita, e quindi meschino, banale, volgare: discorsi p.; un uomo p.; avere interessi p.; non essere così p.!; l’amore per i fiori e le piante era la sola cosa poetica della vita, altrimenti del tutto p., di mia madre (Moravia). 3. ant. Prosastico: scritti p.; anche riferito a scrittore in prosa: con ciò sia cosa che a li poete sia conceduta maggiore licenza di parlare che a li p. dittatori [= dettatori] (Dante). ◆ Avv. proṡaicaménte, in modo prosaico (solo in senso fig.), cioè materiale, banale, meschino: trascorrere prosaicamente le giornate tra casa e ufficio; mi parlava prosaicamente delle sue conquiste amorose.