prolungamento
prolungaménto s. m. [der. di prolungare]. – 1. L’atto, l’operazione di prolungare, di estendere cioè nello spazio o nel tempo: p. di una linea tranviaria; p. di una strada, di un muro, di un percorso, ecc.; p. d’orario; p. d’una seduta; ottenere un p. delle vacanze; talora anche il prolungarsi (spec. in senso temporale): il p. dell’attesa cominciava a innervosirmi; p. d’un suono, d’una vibrazione. 2. In senso concr., la parte aggiunta che serve a prolungare qualche cosa, o l’elemento che rappresenta la prosecuzione di qualche cosa: il p. d’un filo, d’un tubo; via del Plebiscito è il p. di corso Vittorio; in senso temporale: quelle tiepide giornate di settembre erano un gradito p. dell’estate. In artiglieria, p. d’alzo, accessorio degli strumenti di puntamento, da inserire fra il cannocchiale e il suo supporto fissato all’affusto in modo da innalzare la linea di mira e consentire il tiro dell’arma da una postazione molto defilata e superando l’altezza dello scudo di protezione. In embriologia, p. cefalico, lo stesso che processo cefalico (v. processo, n. 7). 3. In matematica, il termine acquista sign. diversi a seconda dell’ente cui esso è applicato: per es., p. di un lato di un poligono è la retta che lo contiene, o una delle semirette che il lato stacca su tale retta, o anche un qualunque segmento che contenga il lato; p. di una funzione f, una funzione che assume gli stessi valori di f dove questa era già definita, ma che risulta definita anche in altri punti.