prolisso
agg. [dal lat. prolixus «molto esteso», propr. «che scorre in avanti»; cfr. liquor (v. liquore) e liquere «scorrere»]. – 1. Che si diffonde eccessivamente nel parlare o nello scrivere: oratore, scrittore p.; cerca di non essere così prolisso; si dice anche di scritto o discorso troppo lungo e minuzioso, e quindi noioso: un romanzo troppo p. in alcune parti; una esposizione p.; un saggio inutilmente prolisso; m’ha fatto una p. enumerazione di tutti i suoi guai. 2. letter. Lungo in senso materiale, che si estende cioè nello spazio; spec. riferito alla barba, ai capelli, alle vesti, che scendono e sembrano fluire: io già con barba p. e con ravvolti capelli ... miseramente vivea (Boccaccio); ella si raccostava alla tenda, sollevando con le mani i lembi della sua tunica p. (D’Annunzio). 3. Raro o ant., di cosa che si prolunga nel tempo: non so se il vantaggio d’una p. vita compensi il continuo dolore di vedersi a poco a poco mancare intorno i congiunti e gli amici più cari (Metastasio). ◆ Avv. prolissaménte, con prolissità, verbosamente, troppo diffusamente: il conferenziere si è dilungato prolissamente su particolari insignificanti.