proiezione
proiezióne s. f. [dal lat. proiectio -onis, der. di proicĕre «gettare avanti», part. pass. proiectus]. – 1. a. L’atto di proiettare, di lanciare nello spazio un corpo pesante: parmi dunque di ritrar dal vostro parlare, che non venendo la pietra cacciata dal braccio di colui, la sua non venga altrimenti ad essere una p. (Galilei). In partic., il lancio di un proietto; in balistica: linea di p., linea tangente alla traiettoria del proietto nel suo punto d’origine ossia coincidente con l’asse della bocca da fuoco al momento dello sparo; angolo di p., l’angolo che il vettore velocità iniziale (velocità di p.) forma con l’orizzonte della bocca da fuoco; piano di p., il piano verticale contenente la linea di proiezione, coincidente quindi con il piano di tiro. Fig.: la p. nel futuro delle proprie speranze, delle proprie aspirazioni, e sim. b. Ciascuna delle diverse azioni di lancio, mediante le quali nel judo si cerca di atterrare l’avversario. c. Più com., di luci o di ombre: la p. nel buio di un fascio di luce; p. dell’ombra terrestre sulla superficie lunare. In partic., trasmissione di immagini fisse o in movimento da una pellicola o diapositiva su uno schermo bianco, ottenuta mediante speciali apparecchi (proiettori) forniti di lampada e di un opportuno sistema ottico: p. luminose; p. cinematografiche; p. di un film, di un cortometraggio; conferenza con proiezioni; macchina o apparecchio da p. (v. proiettore); sala di p., cabina di p., nei cinematografi; operatore di p. (o di cabina); effettuare una p., assistere a una proiezione. 2. a. In geometria elementare, p. di un punto su una retta nel piano, ovvero p. di un punto su un piano nello spazio, l’intersezione della perpendicolare condotta dal punto alla retta con la retta stessa o, rispettivamente, con il piano; p. di una figura (per es. un segmento) su una retta o un piano, detti retta e piano di p., l’insieme delle proiezioni dei punti della figura. In geometria proiettiva (e talvolta anche in geometria elementare), p. di una figura da un punto (centro di p.), la figura composta dalle rette che congiungono i punti della figura proiettata con un punto dato, esterno ad essa; p. di una figura da una retta (asse di p.), la figura composta dai piani che congiungono i punti della figura con la retta data; il termine denota anche la costruzione geometrica indicata o la figura che si ottiene con un’operazione di proiezione e una di sezione. P. centrale, quella in cui il centro di proiezione è un punto proprio; p. assiale, quella in cui si proietta da una retta; p. parallela, che si effettua da un punto improprio e quindi si proietta parallelamente a una data direzione; p. ortogonale, con riferimento a una proiezione parallela e alla sezione con un piano perpendicolare alla direzione di proiezione; p. sghemba o obliqua, nel caso di una proiezione parallela ma non ortogonale rispetto al piano di proiezione. Nella geometria descrittiva, metodi di p., ciascuno dei sistemi di regole e convenzioni che permettono di rappresentare, mediante proiezioni, le figure spaziali sopra un piano in modo che (a differenza di quanto avviene con le prospettive) dalla rappresentazione piana si possa risalire alla figura spaziale: metodo delle p. ortogonali, o di Monge 〈mõˇ∫〉 (dal nome del matematico francese G. Monge, 1746-1818), metodo nel quale i punti della figura si proiettano ortogonalmente su due o tre piani tra loro ortogonali; metodo della p. assonometrica, o dell’assonometria (o, meno propriam., della prospettiva assonometrica), v. assonometria; metodo delle p. quotate (o del piano quotato), quello nel quale si proiettano ortogonalmente su un piano orizzontale (quadro) i punti della figura indicando le loro quote, cioè le misure con segno delle distanze tra i punti e le loro rispettive proiezioni (il disegno viene spesso chiarito con l’indicazione delle curve di livello). b. Analogam., in cartografia, p. geografiche, le rappresentazioni della superficie terrestre (pensata per approssimazione come una superficie sferica) realizzate, in una data scala, su una carta geografica (cioè su un piano); poiché non è possibile conservare i rapporti tra le distanze in tutte le direzioni (dal momento che la sfera non è una superficie sviluppabile), è necessario, nei varî tipi di rappresentazione, accettare alcune deformazioni, che possono essere di direzione, di distanza, di area o di angolo: si chiamano p. equivalenti quelle che mantengono i rapporti tra le aree, p. isogonali o isogoniche o conformi quelle che mantengono gli angoli, p. equidistanti quelle che mantengono i rapporti nelle distanze tra punti appartenenti ad alcune linee (per es., i meridiani). In generale, con riferimento al metodo di rappresentazione e alla superficie sulla quale si rappresenta il reticolato geografico e la superficie terrestre, le proiezioni geografiche sono raggruppabili in due categorie: p. geometriche pure e p. geometriche modificate (con opportuni calcoli matematici). Alla prima categoria appartengono sia le p. su un piano (o p. prospettiche, o prospettive piane), che si ottengono proiettando ogni punto della superficie terrestre da un dato centro di vista su un piano non passante per questo centro ma perpendicolare al diametro del globo terrestre passante per il centro di vista stesso (in partic., p. centrografiche, o gnomoniche, nelle quali il centro di vista è il centro del globo; p. ortografiche, nelle quali il centro è un punto all’infinito; p. scenografiche, nelle quali il centro è esterno al globo; p. stereografiche, le più importanti, nelle quali il centro è sulla superficie del globo, e il piano di proiezione, cioè la carta, è il piano tangente al globo nel punto diametralmente opposto al centro di vista) sia le p. su un solido o p. per sviluppo, che si ottengono proiettando la superficie terrestre su una superficie avvolgente o secante, che viene poi sviluppata, ossia aperta, lungo una generatrice del solido di rotazione, per la rappresentazione cartografica: p. conica, p. cilindrica (v. conico e cilindrico); p. azimutale, caso limite delle proiezioni coniche, che si verifica quando il cono si appiattisca in un piano tangente al globo in un suo punto, che è il centro della carta. Alla seconda categoria appartengono le rappresentazioni geometriche modificate al fine di soddisfare particolari esigenze specifiche come, per es., la p. cilindrica modificata di Mercatore, che è conforme grazie all’artificio di compensare le deformazioni in longitudine aumentando proporzionalmente le distanze tra i paralleli, a partire dall’Equatore: in tal modo mantiene l’isogonia della rappresentazione e rettifica la curva lossodromica, seguita dall’aeromobile o dalla nave, in una retta, per cui è di grande utilità pratica per la determinazione della rotta nella navigazione (non oltre il limite di 70° di latitudine); altra proiezione modificata è la p. conica modificata di Lambert, usata per le carte della navigazione aerea in zone limitate (non più ampie di 12° in latitudine) e che, resa isogona con lo stesso procedimento della carta di Mercatore, può essere considerata ai fini pratici anche equidistante ed equivalente tanto che per percorsi fino a 300 miglia nautiche la curva ortodromica (v.), che è rappresentata come una retta, può a ogni effetto pratico essere considerata anche lossodromica. Per le p. pseudocilindriche e pseudoconiche, v. rispettivam. pseudocilindrico e pseudoconico. 3. In radiologia medica, la specifica positura di un distretto corporeo di un paziente, sul quale è rivolto, a scopo diagnostico, un fascio di radiazioni: p. anteroposteriore, p. laterale, p. obliqua del torace. 4. In anatomia, fibre di p., fasci o tratti nervosi di connessione tra la corteccia corticale e i livelli sottocorticali o, più genericam., tra un nucleo (che proietta) e un altro. 5. In statistica, p. elettorale, previsione riguardante i risultati delle elezioni politiche o amministrative, basata, in genere, sui dati forniti da interviste di campioni della popolazione votante; più in partic., la previsione dei risultati finali che avviene, durante lo scrutinio, con un anticipo di poche ore sulla conclusione degli scrutinî stessi ed è ottenuta, con l’aiuto di un calcolatore, dall’esame dei risultati raggiunti in seggi campione nei quali, nelle precedenti elezioni, si erano avuti risultati simili a quelli nazionali. Previsioni analoghe, chiamate anch’esse talora proiezioni, sono possibili anche per altri settori d’indagine (demografico, sociologico, energetico, economico, alimentare, ecc.). 6. In psicanalisi, processo difensivo per il quale il soggetto attribuisce ad altri sentimenti, desiderî, aspetti proprî che rifiuta di riconoscere in sé stesso; è processo simmetrico ed opposto alla introiezione.