procurare
(ant. proccurare) v. tr. [dal lat. procurare «curare, amministrare», comp. di pro-1 e curare «curare»]. – 1. a. Fare in modo che qualcosa si faccia, si compia, si verifichi, impegnarsi per la realizzazione di un dato scopo (costruito con di e l’inf. o con che e il cong.): procuriamo di finire il lavoro; procura di non fare tardi; procurate di fare il vostro dovere; procurerò di accontentare tutti; procurate che nessuno manchi. Con compl. oggetto: p. la felicità di qualcuno; p. il benessere, l’utilità comune. b. Con compl. oggetto, più spesso, ottenere, far avere: l’iscrizione al circolo procura molti vantaggi; p. dolori, fastidî, preoccupazioni. Col dativo della persona per la quale si ottiene ciò che è indicato dal compl. oggetto: gli procurò i soldi per il viaggio; è riuscito a procurarmi quella medicina; gli ho procurato io l’impiego; ti ho procurato un biglietto d’invito; Ma ’l desir cieco ... S’è poi tanto ingegnato, Ch’al corpo sano ha procurato scabbia (Petrarca). Con particella pron., trovare per sé, riuscire ad avere: procurarsi i mezzi necessarî per vivere; dovrei procurarmi una bicicletta; sembra che faccia di tutto per procurarsi guai. Con uso assol. nel prov. dove manca natura, arte procura. 2. ant. a. Curare, aver cura, custodire: p. le greggi; coltivare: p. il giardino, il podere. b. Amministrare, vigilare su qualcosa; reggere, governare: duchi e marchesi procuravano il reggimento particolare di qualche città (Muratori). c. Medicare, prestare cure mediche. d. Con uso assol., p. per qualcuno, adoperarsi in suo favore, nel suo interesse: procurando per lui, ... il feciono lasciare (Sacchetti). Con senso più specifico, patrocinare la causa di qualcuno, rappresentarlo in giudizio, esercitare l’ufficio di procuratore. ◆ Part. pass. procurato, usato in genere con valore verbale; per le espressioni procurato aborto e procurato allarme (nelle quali procurato si contrappone a «naturale, spontaneo»), v. rispettivam. aborto e allarme.