procombere
procómbere (ant. procùmbere) v. intr. [dal lat. procumbĕre, comp. di pro-1 e -cumbĕre affine a cubare «giacere»] (manca del part. pass. e quindi dei tempi composti, ed è raro il pass. rem. procombètti), letter. – Cadere in avanti, cadere bocconi; in partic., cadere combattendo con la faccia rivolta verso il nemico: l’armi, qua l’armi: io solo Combatterò, procomberò sol io (Leopardi). In senso fig., soccombere, essere sopraffatto: la coscienza procumbe sotto il peso o d’una materiale o d’una ideale fatalità (C. Cattaneo). ◆ Part. pres. procombènte, anche come agg.; con sign. proprio, in botanica, di stelo, ramo o tralcio che si piega verso il terreno, naturalmente o per malattia, e si sviluppa con andamento strisciante.