procinetico
s. m. Preparato farmacologico che stimola il transito del cibo nell’apparato digerente. ◆ Si tratta di un farmaco appartenente alla classe dei procinetici, cioè quei prodotti che accelerano il transito del cibo all’interno del tubo digerente, alleviando dolori di stomaco, bruciori, rigurgiti e soprattutto il reflusso gastro-esofageo. (Giornale, 5 settembre 2001, p. 3, Il fatto) • Ticket fino a 36 euro sulle visite specialistiche e gli esami di laboratorio; prestazioni ambulatoriali a pagamento; contributo fisso di 1 euro per le ricette mediche; supplemento di 0,90 (a confezione) su una serie di farmaci: da quelli adottati nella prevenzione dell’osteoporosi durante la menopausa agli antibiotici per la terapia veloce, fino alle pomate al cortisone, ai procinetici e ai medicinali utilizzati contro le malattie della prostata. (Filippo Tosatto, Repubblica, 27 marzo 2002, p. 14, Cronaca) • Tranne pochi casi particolari in cui è indicato il ricorso a un intervento chirurgico, finora le uniche possibilità di cura per il reflusso erano rappresentate dai farmaci. La misura principale è rappresentata dall’impiego di medicinali che bloccano la produzione di acido; insieme a questi o, nei casi più lievi in alternativa, vengono utilizzati preparati antiacidi. È anche possibile ricorrere ai cosiddetti «procinetici», farmaci che aiutano a «sincronizzare» i movimenti di esofago e stomaco riducendo il numero di episodi di reflusso. (Franco Marchetti, Corriere della sera, 30 novembre 2003, Corriere Salute, p. 13).
Derivato dall’agg. cinetico con l’aggiunta del prefisso pro-.
Già attestato nel Corriere della sera del 9 gennaio 1995, Corriere Salute, p. 2 (Alberto Tittobello).