privilegiato
agg. [part. pass. di privilegiare]. – 1. Che gode di privilegi, cioè di particolari favori, riguardi, facilitazioni, vantaggi: persone, classi, categorie p. (spesso sostantivato: essere un p., una p.; qui non ci sono, o non ci devono essere, privilegiati!). Anche riferito a cose (di solito con sign. specifici) o a sost. astratti (con sign. più generico, di particolarmente favorevole, vantaggioso, e, in qualche caso, esclusivo): essere, trovarsi in una posizione, in una condizione p.; godere di un trattamento privilegiato. Con accezione propria, rapporto p., rapporto che rivela una decisa preferenza verso un particolare interlocutore: avere un rapporto p. con un cliente; si è creato un nuovo rapporto p. tra i due partiti; anche con riferimento a rapporti affettivi più stretti con una determinata persona: ha un rapporto p. con una collega; l’espressione è usata anche in senso fig.: ti prende il timore ... d’aver perduto quel rapporto p. col libro che è solo del lettore (I. Calvino). In partic.: altare p., v. altare, n. 1; azione p., v. azione2 (e analogam. azionista p., chi possiede azioni privilegiate); pensione p., v. pensione, n. 1; in diritto, credito p., credito cui la legge riconosce un diritto di prelazione, in forza del quale il titolare del credito (detto creditore p.) può essere soddisfatto prima degli altri creditori. 2. estens. Che è fornito di qualità e doti eccezionali: un’anima p., spiriti privilegiati. Detto anche di luoghi che godano di condizioni particolarmente fortunate: una riviera, una città p. per il suo clima, per la bellezza del paesaggio, ecc. ◆ Avv., non com., privilegiataménte, mediante privilegio, per concessione privilegiata: godere privilegiatamente di un trattamento di eccezione.