prigioniero /pridʒo'njɛro/ (ant. pregioniero) [dal fr. prisonnier, der. di prison "prigione"]. - ■ agg. 1. (con la prep. di) a. [che è tenuto rinchiuso in un luogo e privato della propria libertà personale, spec. con riferimento a militari e sim.: essere p. dei nemici] ≈ (ant.) prigione. ‖ detenuto (da), [in un campo di concentramento] internato (da). b. (estens.) [di chi è rimasto vittima di sequestri e sim.: rimanere venti giorni p. dei banditi] ≈ sequestrato (da). ↔ (non com.) dissequestrato (da), liberato (da), rilasciato (da). 2. (con la prep. in) (estens.) a. [impedito o limitato nei movimenti e nella libertà d'azione: rimanere p. in ascensore] ≈ bloccato, chiuso, intrappolato, rinchiuso. b. [di animale, limitato nella libertà d'azione: un uccellino p. nella gabbia] ≈ chiuso, rinchiuso, [con uso assol.] in cattività. ↔ liberato (da). 3. (fig.) [dominato da qualcosa da cui non riesce a liberarsi, legato a situazioni che non riesce a superare e sim., con la prep. di: essere p. del passato; essere p. dell'alcol] ≈ asservito (a), schiavo, soggiogato (da), sottomesso (a), succube. ↓ attaccato (a), legato (a), soggetto (a). ↔ libero (da). ■ s. m. (f. -a) 1. [persona che si trova in prigione per scontare una pena] ≈ carcerato, detenuto, galeotto, (ant.) prigione, recluso. ⇓ ergastolano. 2. (estens.) [persona tenuta nelle mani del nemico, vittima di sequestri e sim.: interrogare il p.] ≈ ostaggio, [in un campo di concentramento] internato.