pretesa
pretésa s. f. [der. di pretendere1, part. pass. preteso]. – Il fatto di pretendere, e anche ciò che si pretende: accampare, avanzare una p., delle p.; spesso con connotazione negativa, richiesta assurda e immotivata: questa è una bella p.; ma senti che pretese!; avere la p. di ..., con un verbo all’infinito, ostentare pregi o qualità che non si possiedono: ha la p. di essere elegante; ha la p. di saper cucinare; con funzione di avv. o di agg. la locuz. con (o di) qualche p., di persona (o cosa) che vuole apparire più di quanto non sia: la casa è arredata con qualche p.; mi sembra gente con qualche p.; era solo una bettola … con decorazioni di qualche p., festoni di carta a colori e fronde avvizzite sul muro (Arbasino). Nel linguaggio giur., p. punitiva dello stato, il diritto dello stato alla punizione del reo, in quanto vien fatto valere mediante il giudizio penale. Spesso al plur., e in usi assol., per indicare esigenze eccessive, aspirazioni sproporzionate, dettate da un’esagerata opinione di sé: una persona che ha molte, troppe p., carica di pretese; frequenti le locuz. agg. e avv. di poche p., senza p., senza troppe p. e sim., di persona (o cosa) semplice, modesta, alla buona, senza particolari esigenze o ostentazioni: è un tipo senza p.; sono vestiti senza troppe p.; un ristorante, un albergo di poche pretese.