presso1
prèsso1 avv., prep. e s. m. [lat. presse «strettamente», avverbio der. di pressus, part. pass. di premĕre «premere»]. – 1. avv. Vicino, in luogo non lontano da quello in cui si parla o a cui ci si riferisce (di uso sempre più infrequente nel linguaggio com.): abito qui p.; lì p. c’era un ponticello; Trapassate oltre sanza farvi presso (Dante); anche modificato da altro avverbio: farsi più p., abbastanza p., non molto presso. Per l’espressione brachilogica bagaglio p., nel linguaggio dell’amministrazione ferroviaria, v. bagaglio. Preceduto dalle prep. di e da, o in composizione con esse (v. dipresso, dappresso), dà luogo a locuzioni avv.: la risposta Farem noi a Chirón costà di presso (Dante), con sign. equivalente al semplice presso; a un di presso (più spesso in grafia unita, a un dipresso), in modo quasi uguale, approssimativamente, all’incirca; da presso, da vicino: si volse a guardare il cane che lo rincorreva da p.; è necessario esaminare più da p. la questione (anche in grafia unita, dappresso, spesso come equivalente del semplice presso in funzione di avv. o di preposizione). 2. Come prep.: a. Unito direttamente al compl., senza concorso di altra preposizione, per indicare vicinanza nello spazio, in complementi di stato in luogo o moto a luogo: abita in un paesino p. Viterbo; si combatté p. il fiume; erano giunti p. la città; andando carpone infino presso le donne di Ripole il condusse (Boccaccio). Frequente con il sign. di «in casa di»: abita p. i genitori, p. una zia; e negli indirizzi, per introdurre l’indicazione della persona e della casa di cui il destinatario è ospite provvisoriamente, o dell’ufficio, dell’istituto in cui lavora. In compl. di luogo anche fig.: ambasciatore presso la Santa Sede; attualmente fa pratica p. uno studio notarile; gode di grande stima p. i colleghi; avere credito p. qualcuno, fama p. i posteri. b. Seguito dalla prep. a, con valore spaziale (meno fam. che vicino): un giardino p. alla casa; nel bar p. alla stazione; con valore temporale: Ma se presso al mattin del ver si sogna (Dante); siamo già p. a Natale. c. Seguito dalla prep. di, non com. con senso spaziale: lo scolare ... tra salci e altri alberi p. della torricella nascoso s’era (Boccaccio); talora fig.: nessuno poteva tenere p. di Renzo il luogo d’Agnese (Manzoni); abbastanza frequente col sign. di «in casa di», soprattutto con pronomi: lo accolse, lo tenne p. di sé; ha depositato p. di me alcuni documenti; come si usa p. di noi, in casa nostra, o nel nostro paese. 3. In alcuni casi può avere funzione di agg., pur rimanendo invariabile, con il sign. di «vicino»: essere presso a morire; Andreuccio ... fu presso a convertire in rabbia la sua grande ira (Boccaccio); Era il vespro, era nel mare Presso a scender l’astro d’oro (Saba); ant., con questo sign., come agg. variabile: mena il mio ospite alla più pressa stufa che ci sia (Firenzuola). Con altro sign., ant., la via più pressa, più breve e veloce: la più p. via è quella del Sasso, la quale è giudicata da’ pratichi del paese difficilissima (Machiavelli); anche sostantivato (con via sottinteso): poi di là per la più pressa tornatene a casa (Lasca). 4. Con valore di s. m., luogo vicino, vicinanza; per lo più al plur.: una villa nei p. di Roma, nei p. del lago; sbucando dal prato ci troviamo in mezzo al parcheggio intasato di veicoli, auto, pullman e torpedoni, come se fossimo nei p. di una località turistica (Eraldo Affinati); in quei pressi, lì vicino, da quelle parti: in quei p. si vede spesso aggirarsi un tipo poco raccomandabile.