prepotenza /prepo'tɛntsa/ s. f. [dal lat. tardo praepotentia, der. di praepŏtens -entis]. - 1. a. [carattere, atteggiamento di chi è prepotente: con la p. non si ottiene nulla] ≈ aggressività, arroganza, prevaricazione, sopraffazione, tracotanza. ↑ dispotismo, tirannia. ↔ arrendevolezza, docilità, mansuetudine, mitezza, remissività, sottomissione. ▲ Locuz. prep.: di prepotenza 1. [con la prepotenza: fare, ottenere qualcosa di p.] ≈ brutalmente, (fam.) con le cattive, di forza, violentemente. ↔ (fam.) con le buone, dolcemente, gentilmente, mitemente. 2. (fig.) [con sicurezza e decisione, con grande slancio e sim.: un politico che si è affermato di p.] ≈ decisamente, energicamente, nettamente. ↔ debolmente, fiaccamente. b. (estens.) [anche al plur., atto o comportamento di chi è prepotente: fare, subire una p.] ≈ abuso, angheria, prevaricazione, sopraffazione, sopruso, soverchieria. ‖ ingiustizia. 2. (fig.) [carattere di forza irresistibile: la p. di un impulso, di un bisogno] ≈ imperiosità, impetuosità, incoercibilità, incontenibilità, incontrollabilità, irrefrenabilità, urgenza, veemenza. ↓ forza, intensità, potenza. ↔ debolezza, fiacchezza, tenuità. 3. a. (lett.) [l'essere predominante su altri: p. commerciale, politica, militare] ≈ e ↔ [→ PREPONDERANZA (2)]. b. [spesso riferito a gruppi o categorie sociali e sim., esercizio arrogante e prevaricante del proprio potere: la p. della nobiltà e del clero nel sec. 18°] ≈ [→ PREPOTERE]. [⍈ VIOLENZA]