preoccupazione
preoccupazióne s. f. [dal lat. praeoccupatio -onis, der. di praeoccupare «preoccupare»]. – 1. In senso proprio, raro e ant., occupazione di un posto fatta prima di altri; fig., affermazione, giudizio, formulazione che precede quella di altri, o fatta già da altri in precedenza (così, per es., nella sistematica biologica con riferimento a un nome che è già stato attribuito a una specie, e non può essere usato per un’altra); con altro senso fig., idea preconcetta, pregiudizio: il buon prete ... aveva per massima d’andar adagio nel credere a simili proteste, e di stare in guardia contro le preoccupazioni (Manzoni). 2. Pensiero che occupa la mente determinando uno stato di inquietudine, di apprensione, ansia, incertezza, timore e sim.: avere una p., delle p.; mettere, tenere in preoccupazione; da qualche tempo vive nella p. di essere sfrattato; una situazione che desta molte p.; è un periodo in cui non gli mancano certo le p.; le p. della vita lo hanno fatto invecchiare precocemente; e con riferimento a persona o cosa che è l’oggetto, la causa di tale pensiero, spec. in usi predicativi: quel ragazzo è una continua p. per i suoi genitori; l’azienda è per lui ormai solo una preoccupazione. Con valore attenuato, pensiero che assorbe l’attenzione, su cui si concentra l’interesse (anche iron.): ha un’unica p.: quella di lavorare il meno possibile. 3. In retorica, termine usato talvolta come equivalente di prolessi, cioè risposta a un’obiezione non fatta ma prevista come possibile. ◆ Dim. preoccupazioncèlla.