prendere /'prɛndere/ [dal lat. prĕhendĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). - ■ v. tr. 1. a. [esercitare una presa su cosa o persona con le mani, in modo da tenerla in una determinata posizione, spostarla secondo le proprie intenzioni e sim.: p. una moneta, una sigaretta; p. qualcuno per i capelli, per la manica della giacca] ≈ (fam.) pigliare. ↑ afferrare, ghermire. ↔ lasciare, (fam.) mollare. ● Espressioni: prendere a bordo [far salire qualcuno su una nave o su un aereo] ≈ imbarcare. ↔ sbarcare; prendere atto (di qualcosa) → □; prendere commiato (o congedo) (da qualcuno) → □; prendere contatto (con qualcuno) → □; prendere di peso → □; prendere esempio (da qualcuno) → □; prendere fuoco → □; prendere il velo → □; fig., fam., prendere in castagna (o con le mani nel sacco) → □; fig., fam., prendere in giro (o per il naso o per il bavero o, volg., per il culo o, fam., per i fondelli) → □; prendere i voti (o l'abito religioso) → □; prendere la fuga (o il volo) → □; fig., prendere la palla al balzo (o al volo) → □; prendere le distanze (da qualcuno o qualcosa) → □; prendere le parti (di qualcuno) → □; prendere nota (di qualcosa) → □; prendere origine (da qualcosa) → □; prendere parte (a qualcosa) → □; fig., fam., prendere per il collo → □; fig., prendere piede (o voga) → □; prendere possesso (di qualcosa) → □; prendere posto → □; prendere pratica (di qualcosa) → □; prendere quota → □; prendere sonno → □; non com., prendere sopra di sé [rendersi disponibile ad affrontare un compito, una responsabilità e sim.: p. sopra di sé un incarico] ≈ assumersi, farsi carico (di), incaricarsi (di). ↔ esimersi (da), sottrarsi (a); prendere tempo → □; fam., prendere (o prendersi) una cotta (per qualcuno) → □; prendersi cura (di qualcosa o qualcuno) → □. b. [con riferimento ad animale, esercitare una presa su qualcosa con le zampe, con gli artigli, con il becco e sim., in modo da tenerlo in una certa posizione o spostarlo: l'elefante lo prese con la proboscide] ≈ afferrare, (fam.) pigliare, [con artigli] artigliare. c. (estens.) [esercitare una presa su qualcosa con qualche strumento: p. la testa di un chiodo con le tenaglie] ≈ afferrare, stringere. ↔ lasciare, (fam.) mollare. 2. a. [far sì che qualcosa sia a propria disposizione per utilizzarlo, anche fig.: p. un ramo per farne un bastone] ≈ (fam.) pigliare, procacciarsi, procurarsi. ● Espressioni: prendere le armi → □. b. [recare con sé cosa da utilizzare al momento opportuno: p. l'ombrello] ≈ (fam.) pigliare, portare. ↔ lasciare. ‖ dimenticare. c. [entrare in possesso di qualcosa: ha preso ciò che voleva] ≈ appropriarsi (di), impadronirsi (di), impossessarsi (di), (fam.) pigliare, (ant.) togliere. ↑ abbrancare, arraffare, razziare. ↔ disfarsi (di). ● Espressioni: prendere casa → □. d. [realizzare il conseguimento di qualcosa: p. un premio, la laurea, la patente di guida] ≈ conseguire, ottenere, (fam.) pigliare, [di premio e sim.] vincere. e. [effettuare il ritiro di qualcosa: devo passare a p. il certificato di nascita] ≈ prelevare, ritirare. ↔ consegnare, depositare. f. [condurre con sé una persona passando dal luogo in cui questa si trova: verrò a prenderti all'angolo; devo andare a p. i bambini a scuola] ≈ prelevare, recuperare. g. [acconsentire a far proprio qualcosa che altri offre o dà: quella dote Che da te prese il primo ricco patre (Dante)] ≈ accettare, ricevere. ↔ respingere, restituire, rifiutare. h. (fam.) [avere del denaro come compenso per una prestazione: p. un ottimo stipendio] ≈ (fam.) beccare, guadagnare, percepire, (fam.) pigliare, ricevere. i. [fare la richiesta di una somma come compenso per una prestazione: quanto prende il meccanico per quella riparazione?] ≈ chiedere, richiedere, (fam.) pigliare, (fam.) volere. ↑ esigere, pretendere. l. [avere il godimento di qualcosa, talora nella forma prendersi: prendersi le ferie in agosto] ≈ godere (di), usufruire (di). ↔ rinunciare (a). ● Espressioni: prendere alloggio (o, lett., stanza) → □; prendere a nolo → □; prendere frutto (da qualcosa) → □; prendere in affitto → □; prendere in prestito → □; prendere piacere (in qualcosa) → □; prendere riposo → □. m. [spec. di ambiente e sim., accogliere qualcosa nel proprio spazio, con la prep. da del secondo arg.: la stanza prende luce da un abbaino] ≈ acquisire, assumere, ricavare, ricevere. n. [effettuare l'acquisto di un bene: p. un'auto nuova] ≈ acquistare, comprare, (fam.) farsi. ↔ ‖ *vendere. o. [impossessarsi di qualcosa mediante furto: gli hanno preso il portafoglio] ≈ (pop.) fregare, (fam.) pigliare, rubare, (pop.) sgraffignare, sottrarre. 3. a. [impattare contro qualcosa con effetto dannoso: la pallottola lo prese in pieno petto] ≈ (fam.) beccare, cogliere, colpire. ↔ mancare. b. [effettuare la cattura di un animale: p. una lepre] ≈ acchiappare, catturare, (fam.) pigliare, [riferito a un pesce] pescare. c. [fare prigioniera una persona: è stato preso dai nemici] ≈ (fam.) beccare, catturare, [da parte di rapitori] rapire, [da parte di rapitori] sequestrare. d. [effettuare l'arresto di qualcuno: la polizia non è riuscita a p. il ladro] ≈ (pop.) acchiappare, (pop.) acciuffare, arrestare, (fam.) beccare, (fam.) pigliare, (pop.) pizzicare. e. (estens., disus.) [di uomo, avere rapporti sessuali con una donna] ≈ fare l'amore (con), (volg.) farsi, godere (di), (non com.) possedere, (volg.) scopare. f. [cogliere di sorpresa: riuscirono a p. gli avversari alle spalle] ≈ (fam.) beccare, cogliere, sorprendere. g. [attuare la conquista di qualcosa: p. una città] ≈ conquistare, espugnare, impadronirsi (di), impossessarsi (di), occupare, prendere possesso (di). h. (fig.) [di affezioni fisiche o morali, sentimenti e sim., avere effetti su una persona: essere preso dalla febbre; lo prese una gran paura] ≈ assalire, (fam.) beccare, cogliere, colpire, (fam.) pigliare. i. (fig.) [di occupazione, pensiero e sim., essere oggetto preminente dell'attività mentale e del lavoro di qualcuno: essere tutto preso dal lavoro] ≈ assorbire, impegnare, occupare. l. (fig.) [di spettacolo, film, libro e sim., prendere completamente l'attenzione dello spettatore o del lettore, anche assol.: è un racconto che mi ha completamente preso; è un telefilm che prende] ≈ appassionare, catturare, coinvolgere, intrigare. ↔ annoiare, lasciare indifferente. m. [riempire uno spazio: il divano prende quasi tutta la lunghezza della parete] ≈ ingombrare, occupare. 4. a. [fare la scelta di una persona per interagire con essa a vario titolo, con la prep. per del compl. predicativo: p. uno per compagno, per maestro] ≈ designare, eleggere, scegliere. b. [far entrare qualcuno al proprio servizio: p. una nuova cameriera] ≈ assumere, ingaggiare. ↔ (fam.) cacciare, licenziare, (fam.) mandare via. c. (fam.) [contrarre matrimonio con qualcuno, anche nella forma prendersi: quella mia amica ha preso uno squattrinato] ≈ sposare, sposarsi (con). ● Espressioni: prendere in moglie → □; prendere marito → □; prendere moglie → □; prendere per marito [di donna, fare di un uomo il proprio coniuge] ≈ sposare, sposarsi (con). 5. a. (fam.) [sottoporre una persona a un certo trattamento: come ti devo p. per farmi obbedire?] ≈ trattare. ● Espressioni: prendere a botte → □; prendere a male parole (o a parolacce) → □; prendere a pugni (o a cazzotti) → □; prendere a schiaffi → □; prendere di mira → □; prendersi gioco (di qualcuno) → □. b. [porsi in atteggiamento di accettazione della realtà così com'è: p. la vita così com'è o come viene; p. una persona per ciò che è] ≈ accettare. ↔ respingere, rifiutare. 6. [scegliere una via e mettersi in essa: p. la strada della città] ≈ imboccare, mettersi (in). ● Espressioni: prendere il mare (o il largo) → □; prendere le mosse → □. 7. a. [introdurre qualcosa nel proprio apparato digerente: p. un caffè, una medicina] ≈ (non com.) ingerire, [riferito a farmaco] assumere, [riferito a bevanda] bere, [riferito a cibo] mangiare. ● Espressioni: fig., prendere una boccata d'aria [andare all'aperto] ≈ fare una passeggiata (o quattro passi), uscire. ↔ rientrare, rincasare, ritirarsi. b. [porre il proprio corpo in esposizione rispetto a elementi naturali e sim.: p. il sole] ≈ esporsi (a), (fam.) pigliare. c. [essere vittima di cose spiacevoli e sim., anche nella forma fam. prendersi: p. un pugno; p. degli insulti] ≈ (fam.) beccarsi, ricevere, subire. ● Espressioni: prendere freddo → □; prendere l'acqua (o la pioggia) → □; prendere (o prendersi) paura (o uno spavento) → □; fam., prendere un abbaglio (o fischi per fiaschi o lucciole per lanterne o una cantonata o un granchio) → □; fam., prenderle (o prenderne) [ricevere percosse: quante ne ha prese!] ≈ (fam.) buscarle, (fam.) buscarne. ↔ (fam.) darle, (fam.) darne. d. [essere colpito da un malanno, anche nella forma fam. prendersi: p. l'influenza; prendersi un bel raffreddore] ≈ (pop.) beccarsi, (pop.) buscarsi, contrarre, (fam.) pigliare. 8. [fare propria una qualità o un attributo altrui, con la prep. di del secondo arg.: p. le sembianze di qualcuno] ≈ acquisire, assumere. ● Espressioni: fig., prendere d'aceto 1. [del vino, trasformarsi in aceto] ≈ inacetire. 2. (fig., fam.) [di persona, entrare in uno stato di irritazione] ≈ alterarsi, arrabbiarsi, irritarsi. ↑ stizzirsi. ↔ calmarsi, placarsi, rabbonirsi, sedarsi. 9. [fare entrare qualcosa nel proprio patrimonio culturale, con la prep. da del secondo arg.: i Romani presero quest'usanza dagli Etruschi] ≈ acquisire, assumere, derivare, trarre. 10. a. [fare oggetto di ripresa fotografica: p. di profilo; applicando il grandangolare potrai p. tutto il panorama] ≈ fotografare, inquadrare, riprendere, ritrarre. b. [eseguire una ripresa fotografica: p. una foto] ≈ fare, scattare, (pop.) tirare. 11. a. [fare oggetto di misurazione: p. le misure di una parete; p. una distanza] ≈ calcolare, misurare, rilevare. b. (fam.) [di apparecchio radiotelevisivo, consentire la ricezione di un segnale: la sua radiolina prende poche stazioni] ≈ captare, ricevere. 12. a. [fare oggetto di attività intellettuale, solo in alcune espressioni] ● Espressioni: prendere in considerazione (o in esame) → □. b. (fam.) [dare una certa interpretazione di qualcosa: p. alla lettera quello che uno dice] ≈ intendere, interpretare. ● Espressioni: prendere per buono → □. c. [individuare erroneamente, con la prep. per del secondo arg.: al telefono ti avevo preso per tuo figlio; e dire che l'avevo preso per un galantuomo!] ≈ credere (ø), scambiare. d. [porre in essere misure e sim.: p. le necessarie precauzioni] ≈ adottare, assumere, stabilire. ■ v. intr. (aus. avere; anche essere nel sign. 4) 1. (lett.) [dare inizio a un'azione, con la prep. a: prese a dire] ≈ cominciare, (lett.) darsi, incominciare, iniziare, (lett.) principiare. ↔ cessare (di), finire (di), smettere (di), terminare (di). 2. [andare verso un luogo per attraversarlo, con la prep. per: p. per i campi] ≈ avviarsi, incamminarsi. 3. (fam.) a. [assol, di piante e sim., sopravvivere e svilupparsi in un terreno: ho piantato alcune rose, ma temo che non prendano] ≈ (pop.) attaccare, attecchire, radicarsi, (non com.) regnare, [in un ambiente con specifiche caratteristiche] allignare. b. [di fuoco, svilupparsi: la legna è umida e il fuoco non prende] ≈ accendersi, appiccarsi. ↔ estinguersi, spegnersi. c. [di materiale legante, divenire duro, in modo tale da adempiere alla propria funzione: il cemento non prende bene] ≈ fare presa, indurirsi, rapprendersi, (pop.) tirare. 4. (pop.) a. [capitare addosso all'improvviso: gli prese un fortissimo mal di testa] ≈ (fam.) beccarsi (si è beccato l'influenza), venire. ↔ passare. b. [di stato d'animo particolare, momento sfavorevole e sim., avere luogo: che ti prende?] ≈ accadere, avvenire, succedere. 5. (fam.) [di persona, avere somiglianza con qualcuno, con la prep. da del secondo arg.: ha preso tutto dal padre] ≈ rassomigliare, somigliare. ■ prendersi v. rifl. [utilizzare qualcosa come appiglio, con la prep. a: io mi presi Al pel del verno reo che 'l mondo fóra (Dante)] ≈ afferrarsi, appigliarsi, attaccarsi. ↔ lasciarsi andare (o cadere), (fam.) mollare la presa. ■ v. recipr. 1. (fam.) [avere compatibilità di carattere, spec. in frasi negative: tra fratello e sorella si prendono poco] ≈ andare d'accordo, intendersi. 2. (fam.) [entrare in litigio l'uno contro l'altro] ≈ accapigliarsi, azzuffarsi, litigare. ↔ fare la pace, rappacificarsi, riconciliarsi. ● Espressioni: prendersi a botte → □; prendersi a male parole (o a parolacce) → □; prendersi a pugni (o a cazzotti) → □; prendersi a schiaffi → □. 3. [esercitare una presa l'uno sull'altro in maniera litigiosa, con la prep. per: p. per il bavero della giacca] ≈ afferrarsi, tirarsi. ● Espressioni: prendersi per i capelli → □. ■ prenderla v. pron. assol., fam. [avere una determinata reazione nei confronti di un fatto: non so come la prenderà] ≈ reagire. ● Espressioni: prenderla male ≈ e ↔ [→ PRENDERSELA (1)]. ■ prendersela v. pron. assol., fam. 1. [reagire con dispiacere a qualcosa, anche nell'espressione prendersela a male: non te la prendere] ≈ addolorarsi, (fam.) aversela a male, dispiacersi, impermalirsi, (pop.) incappellarsi, (tosc.) incocciare, (fam.) legarsela al dito, piccarsi, (pop.) prendere cappello, (non com.) prendere in mala parte, prenderla male, risentirsi. ↑ offendersi. ↔ prenderla bene. 2. [scaricare su altri il proprio risentimento, con la prep. con: se non sei riuscito non puoi prendertela con me] ≈ arrabbiarsi, dare la colpa (a). 3. [impostare le proprie azioni e il proprio comportamento in un certo modo] ● Espressioni: fam., prendersela comoda ≈ attardarsi, indugiare, perdere tempo. ↔ affrettarsi, sbrigarsi, spicciarsi. □ prendere a botte [dare percosse a qualcuno] ≈ battere, (fam.) darle (a), malmenare, (roman.) menare, mettere le mani addosso (a), percuotere, pestare, picchiare, (fam.) suonarle (a). □ prendere alloggio (o, lett., stanza) 1. [andare ad abitare in un luogo] ≈ domiciliarsi. 2. [trovare temporaneamente dimora in un luogo] ≈ alloggiare, dimorare, installarsi. □ prendere a male parole (o a parolacce) [rivolgere insulti a qualcuno] ≈ (fam.) dirne quattro (o di tutti i colori) (a), ingiuriare, insultare, offendere, oltraggiare, vilipendere, (lett.) vituperare. □ prendere a nolo [effettuare il noleggio di un mezzo di trasporto: p. a nolo un'automobile] ≈ affittare, noleggiare. □ prendere a pugni (o a cazzotti) [dare pugni a qualcuno] ≈ scazzottare. ↓ picchiare. □ prendere a schiaffi [dare schiaffi a qualcuno] ≈ schiaffeggiare. ⇑ picchiare. □ prendere atto (di qualcosa) 1. [fare la constatazione di qualcosa: prese atto del loro rifiuto] ≈ constatare (ø), notare (ø), rilevare (ø), riscontrare (ø). 2. [divenire consapevole di qualcosa: p. atto della situazione] ≈ rendersi conto. □ prendere casa [stabilire il proprio domicilio in un luogo] ≈ domiciliarsi, (fam.) sistemarsi. □ prendere commiato (o congedo) [salutare qualcuno lasciandolo: p. commiato (dagli amici)] ≈ accomiatarsi, andare (o andarsene) via, congedarsi, licenziarsi, salutare, (fam.) togliere il disturbo. □ prendere contatto (con qualcuno) [mettersi in rapporto (verbale, epistolare, telefonico) con qualcuno: p. contatto telefonico con un fornitore] ≈ contattare (ø), mettersi in contatto. □ prendere di mira [sottoporre qualcuno ad angherie continue] ≈ angariare, bersagliare, perseguitare, tartassare, tormentare, torturare, vessare. ↓ importunare, infastidire, (fam.) scocciare, (fam.) seccare. □ prendere di peso [spostare bruscamente verso l'alto qualcuno, facendogli perdere il contatto col suolo] ≈ ↓ elevare, sollevare. ↔ ↓ abbassare, adagiare, deporre. □ prendere esempio (da qualcuno) [comportarsi prendendo a modello qualcuno: p. esempio da un amico] ≈ emulare (ø), imitare (ø), imparare, seguire l'esempio (o le orme) (di). □ prendere freddo [essere esposto al freddo] ≈ infreddolirsi, raffreddarsi. ↑ congelarsi, gelarsi. ↔ riscaldarsi, scaldarsi. □ prendere frutto (da qualcosa) [trarre vantaggio da una circostanza, una situazione e sim.: p. frutto da un'occasione] ≈ approfittare (di), avvantaggiarsi (di), profittare (di), sfruttare (ø). □ prendere fuoco 1. [di cosa, cominciare ad ardere] ≈ accendersi, andare a fuoco, incendiarsi, infiammarsi. ↔ spegnersi. 2. (fig.) a. [di persona, lasciarsi trasportare dall'ira] ≈ adirarsi, infiammarsi, infuriarsi. ↓ innervosirsi, irritarsi. ↔ calmarsi, placarsi, rabbonirsi, sedarsi. b. [di persona, essere preso da intensa passione] ≈ accendersi, infiammarsi. □ prendere il mare (o il largo) [allontanarsi dalla costa con una nave e sim.] ≈ mollare gli ormeggi, salpare. ↔ approdare, attraccare, toccare terra. □ prendere il velo [abbracciare lo stato monacale] ≈ entrare in convento, farsi suora (o monaca), monacarsi, prendere i voti (o l'abito religioso). ↔ deporre (o lasciare) il velo, gettare la tonaca. □ prendere in affitto [prendere in locazione una camera, una casa e sim.] ≈ affittare. ↔ ‖ *dare in affitto, Ⓣ (giur.) *locare. □ prendere in castagna (o con le mani nel sacco) [sorprendere qualcuno a commettere qualcosa di illecito] ≈ (fam.) beccare, cogliere in fallo (o in flagrante o sul fatto o, fam., con le mani nel sacco), sorprendere. □ prendere in considerazione (o in esame) [sottoporre a valutazione] ≈ considerare, esaminare, riflettere (su), tenere conto (di), tenere presente, valutare. ↔ accantonare, ignorare, (fam.) lasciare perdere, tralasciare, trascurare. □ prendere in giro (o per il naso o per il bavero o, volg., per il culo o, fam., per i fondelli) 1. [sottoporre qualcuno a derisione] ≈ beffarsi (di), beffeggiare, burlare, canzonare, deridere, farsi beffe (di), farsi (o prendersi) gioco (di), (pop.) minchionare, schernire. 2. [operare una truffa ai danni di qualcuno] ≈ frodare, imbrogliare, ingannare, raggirare, truffare, turlupinare. □ prendere in moglie [fare di una donna la propria coniuge] ≈ ammogliarsi (con). ⇑ (non com.) coniugarsi (con), (scherz.) convolare a nozze (con), sposare, sposarsi (con). □ prendere in prestito [ottenere qualcosa temporaneamente con l'impegno di restituirlo: p. in prestito un libro] ↔ ‖ *dare in prestito, *imprestare, *prestare. □ prendere i voti (o l'abito religioso) [entrare in un ordine religioso] ≈ (eufem.) abbandonare il mondo, pronunciare i voti, [di donna] farsi monaca, [di uomo] farsi monaco (o prete), [di donna] monacarsi, [di donna] prendere il velo. ↔ lasciare l'abito, smonacarsi, [di uomo] spretarsi. □ prendere l'acqua (o la pioggia) [con riferimento a persona, essere sorpreso in strada dalla pioggia] ≈ bagnarsi. ↑ infradiciarsi, inzupparsi. □ prendere la fuga (o il volo) [darsi alla fuga] ≈ (fam.) battersela, (fam.) darsela a gambe, darsi alla fuga, dileguarsi, eclissarsi, fuggire, (lett.) involarsi, scappare, svanire, svignarsela, volatilizzarsi. □ prendere la palla al balzo (o al volo) [sfruttare prontamente un'occasione propizia] ≈ approfittarne, cogliere (o sfruttare) l'occasione. □ prendere le armi [prepararsi a combattere dotandosi di armi] ≈ armarsi. ↔ deporre le armi, disarmarsi. □ prendere le distanze (da qualcuno o qualcosa) [differenziare la propria posizione rispetto a qualcosa o a qualcuno: p. le distanze da una dichiarazione, da un provocatore] ≈ chiamarsi fuori, dissociarsi. ↔ appoggiare (ø), associarsi (a), sostenere (ø), [riferito a iniziativa, movimento e sim.] aderire (a). □ prendere le mosse [di un'azione o un processo, avere inizio] ≈ cominciare, incominciare, iniziare, partire. ↔ concludere, finire, terminare. □ prendere le parti (di qualcuno) [assumere posizione a favore di qualcuno in una discussione e sim.: p. le parti di un collega] ≈ appoggiare (ø), difendere (ø), schierarsi (con), sostenere (ø). ↔ accusare (ø), attaccare (ø), criticare (ø). ↑ aggredire (ø). □ prendere marito [di donna, contrarre matrimonio] ≈ maritarsi. ⇑ accasarsi, (non com.) coniugarsi, (scherz.) convolare a nozze, sistemarsi, sposarsi. □ prendere moglie [di uomo, contrarre matrimonio] ≈ ammogliarsi. ⇑ accasarsi, (non com.) coniugarsi, (scherz.) convolare a nozze, coniugarsi, (scherz.) convolare a nozze, sposarsi. □ prendere nota (di qualcosa) [scrivere un appunto per ricordarsi di qualcosa: p. nota di un appuntamento] ≈ annotare (ø), appuntare (ø), registrare (ø), riportare (ø), segnare (ø), tenere nota. □ prendere origine (da qualcosa) [avere il punto d'inizio in qualcosa: dall'aggressione alla Polonia prese origine la seconda guerra mondiale] ≈ avere (o trarre) origine, cominciare, derivare, dipendere, generarsi, incominciare, iniziare, nascere, originarsi, partire, procedere, prodursi, provenire, scaturire. ↔ concludersi (con), finire (con), morire (con), terminare (con). □ prendere parte (a qualcosa) 1. [essere presente a un'attività, un'iniziativa e sim., anche fig.: p. parte a una gara, a una conferenza] ≈ avere parte (in), intervenire, partecipare, presenziare. 2. [essere presente a qualcosa, collaborando con altri alla realizzazione di qualcosa] ≈ collaborare, contribuire. 3. [provare e mostrare un sentimento di condivisione per i sentimenti di qualcuno] ≈ condividere (ø). □ prendere (o prendersi) paura (o uno spavento) [provare una sensazione di paura di fronte a un pericolo e sim.] ≈ impaurirsi, intimorirsi, spaventarsi. ↑ atterrirsi. ↔ rassicurarsi, tranquillizzarsi. □ prendere per buono [accettare una notizia, un'informazione e sim., ritenendola o supponendola valida] ≈ credere (a), dare credito (a). ↔ diffidare (di), dubitare (di). □ prendere per il collo [imporre a qualcuno condizioni, spec. economiche, particolarm. gravose] ≈ (lett.) iugulare, (fam.) pigliare per il collo, strozzare. □ prendere piacere (in qualcosa) [ricavare gioia e soddisfazione da qualcosa: p. piacere in un gioco] ≈ dilettarsi (di), godersi (ø). □ prendere piede (o voga) [di usanza e sim., diventare di moda] ≈ affermarsi, (lett.) allignare, attecchire, avere successo, diffondersi, imporsi, (non com.) invalere, propagarsi, propalarsi. ↑ radicarsi. ↔ fare fiasco. □ prendere possesso (di qualcosa) 1. [far diventare qualcosa di proprio possesso: p. possesso di averi, ricchezze] ≈ acquisire, entrare in possesso, ottenere. ↑ impadronirsi, impossessarsi. ↔ disfarsi. 2. [attuare la conquista di qualcosa: p. possesso di una città] ≈ conquistare (ø), espugnare (ø), impadronirsi, impossessarsi, occupare (ø), prendere (ø). □ prendere posto [a cinema, a teatro, ecc., occupare un posto a sedere] ≈ accomodarsi, mettersi a sedere, sedersi, sistemarsi. ↔ alzarsi, andarsene. □ prendere pratica (di qualcosa) [fare esercizio per diventare più abile in un'attività e sim.] ≈ addestrarsi (in), allenarsi (in), esercitarsi (in), familiarizzare (con), [con uso assol.] impratichirsi. □ prendere quota 1. [riferito ad aeromobile, raggiungere una maggiore distanza dal suolo] ≈ ‖ decollare. ⇑ salire. ↔ perdere quota, planare. ↑ cadere, precipitare. ‖ atterrare. ⇑ abbassarsi, scendere. 2. [raggiungere una posizione riconosciuta in campo professionale e sim.] ≈ affermarsi, imporsi. ↔ indebolirsi, (fam.) perdere colpi (o punti). □ prendere riposo [concedersi una pausa dalle proprie attività] ≈ rifiatare, riposare, riposarsi. ‖ distendersi, rilassarsi. ↔ affaticarsi, stancarsi. □ prendere sonno [cominciare a dormire] ≈ addormentarsi, (fam.) appisolarsi, assopirsi. ↔ (lett.) destarsi, (lett.) ridestarsi, risvegliarsi, svegliarsi. □ prendere tempo [lasciar passare il tempo in attesa che giunga il momento favorevole per agire] ≈ guadagnare tempo, indugiare, temporeggiare, tergiversare, (fam.) tirarla per le lunghe, (fam.) traccheggiare. □ prendere un abbaglio (o fischi per fiaschi o lucciole per lanterne o una cantonata o un granchio) [incappare in un errore, capire una cosa per un'altra e sim.] ≈ cadere in errore, fraintendere, ingannarsi, sbagliarsi, (gerg.) toppare, travisare. ↔ (fam.) azzeccarci, colpire nel segno, fare centro, (fam.) prenderci. □ prendere (o prendersi) una cotta (per qualcuno) [sentire una forte attrazione sentimentale per qualcuno] ≈ infatuarsi (di), innamorarsi (di), invaghirsi (di). ↑ (fam.) perdere la testa. □ prendersi a botte [scambiarsi percosse] ≈ battersi, (fam.) darsele, (roman.) menarsi, mettersi le mani addosso, percuotersi, picchiarsi, venire alle mani. □ prendersi a male parole (o a parolacce) [scambiarsi insulti] ≈ (fam.) dirsene quattro (o di tutti i colori), ingiuriarsi, insultarsi, offendersi. □ prendersi a pugni (o a cazzotti) [scambiarsi pugni] ≈ scazzottarsi. ↓ picchiarsi. □ prendersi a schiaffi [scambiarsi schiaffi] ≈ schiaffeggiarsi. ⇑ picchiarsi. □ prendersi cura (di qualcosa o qualcuno) [prestare la propria assistenza: p. cura di un malato] ≈ accudire (ø), assistere (ø), badare (a), curare (ø), darsi cura (o premura), occuparsi. ↔ abbandonare (ø), (pop.) fregarsene, (pop.) infischiarsene, trascurare (ø). □ prendersi gioco (di qualcuno) [fare oggetto di derisione] ≈ beffare (ø), burlare (ø), canzonare (ø), deridere (ø), farsi (o pigliarsi) gioco, irridere (ø), prendere in giro (ø), schernire (ø), (fam.) sfottere (ø). □ prendersi per i capelli [tirarsi l'un l'altro per i capelli nel corso di un litigio e sim.] ≈ accapigliarsi. ‖ azzuffarsi, darsele (di santa ragione), litigare. [⍈ AVERE, USARE]
prendere. Finestra di approfondimento
Modi di esercitare una presa - P. è uno dei verbi più com. e generici dell’ital., spesso usato, soprattutto nel linguaggio fam., in luogo di sinon. più spec., o più fam., o più formali. Il sign. principale di p. è quello di «esercitare una presa con le mani», con il sinon. fam. pigliare, che ne copre tutti gli usi (mi pigliò per il braccio [C. Boito]) e l’intens. e più formale afferrare, che implica una forza o una sicurezza particolare della presa, o anche un prendere all’improvviso: mi ha afferrato per un braccio e non voleva più lasciarmi andare; ho afferrato al volo la bottiglia che stava per cadermi addosso. Una serie di termini allude al prendere una persona, un animale o un oggetto con una certa violenza. Acchiappare è, soprattutto nel registro fam., un prendere rapidamente e con energia, talora riferito a chi scappa, oppure a chi ha commesso un reato, oppure a un animale, come sinon. di cacciare: dove corri, tanto t’acchiappo!; hanno acchiappato i ladri e li hanno sbattuti in galera; la bambina acchiappa le libellule per infilzare crudelmente una pagliuzza nella loro coda (G. Faldella). Tuttavia cacciare può essere usato anche per intendere un inseguimento di un animale o, più raram., di una persona, senza necessariamente implicarne la cattura (come sinon. di dare la caccia a,andare a caccia di): caccia lepri e istrici, ma raramente porta a casa qualche preda. Analogo ad acchiappare è acciuffare, per lo più riferito a chi ha commesso un reato: vennero gli sbirri e li acciuffarono tutti e due (G. Verga). Accalappiare è riferito quasi soltanto ad animali o a malviventi, oppure, fig., a persone tratte in inganno (ma in quest’ultimo sign. non è sinon. di p. bensì di prendere in giro,ingannare,irretire,ammaliare e sim.): così pure nell’accalappiar gamberi trovavano un diletto sommo (I. Nievo); avrebbe trovato ben lei il mezzo di levarsi di fra i piedi l’imbecille marito che si era lasciato accalappiare da una vipera di quella natura (G. C. Chelli). Anche agguantare si riferisce spesso alla cattura di delinquenti, oppure è usato nell’espressione agguantare per il collo e sim.: finalmente la polizia ha agguantato i rapitori; mi agguantò per il bavero della giacca e cominciò a minacciarmi. Abbrancare e ghermire, più formali, vogliono invece dire, letteralm., «afferrare qualcuno con gli artigli», e dunque hanno come sogg. animali oppure, in senso fig., persone violente o nervose: abbrancò l’erba con le dita convulse, ne strappò due manciate (A. Fogazzaro); il gatto ghermì il canarino. Catturare ha sign. sim. a quello di tutti i verbi ora citati, implicando l’idea del togliere la libertà a un uomo o a un animale, ma è privo della connotazione spreg. e violenta dei suoi sinon.: non tutti gli esponenti della banda sono stati catturati; non è giusto catturare i cani randagi per rinchiuderli in un canile.
Prese momentanee e durature - Il sign. di p. può essere contiguo a quello di tenere (nel senso di «far stare qualcosa in mano perché non cada») e di reggere («far stare in una certa posizione »), che infatti possono essere usati come suoi sinon., se lo scopo del prendere è quello di non far cadere, di aiutare nella presa, o di mantenere in equilibrio e sim.: prendi (o reggi o tieni) questa pentola un attimo, perché io ho le mani impegnate. Oppure prendi può essere, così come tieni, un invito o un ordine fatto a persona cui si dia qualcosa: prendi (o tieni) questi soldi e vattene! In simili esempi, pur essendo usati spesso come sinon., p. e tenere hanno comunque sfumature diverse, poiché il primo verbo suggerisce l’idea che chi entra in possesso (momentaneo o duraturo) dell’oggetto lo porti via o lo metta in altro posto, mentre col secondo verbo ciò non accade necessariamente: ti avevo detto di tenermi (= reggermi) un attimo le chiavi, non di prendertele (= portartele via). Oppure, quasi all’opposto, p. può indicare un possesso momentaneo, mentre tenere un possesso duraturo: se ti serve, prendi pure la mia macchina, ma non tenerla troppo a lungo. Proprio per questo, p. difficilmente ammette perifrasi di tempo continuato, com. invece per tenere: sono due ore che sta tenendo quei fogli senza sapere cosa farci.
Prendere come acquisto, offerta e sim. - Tutta un’altra serie di sign. di p. ha sempre a che fare col senso del possesso, ma in modo meno diretto. P. è talora un sinon. fam. di acquistare, comprare: hai preso tu il pane?; esco a prendere il giornale. Oppure, può essere sinon. di ordinare, mangiare, bere: io prenderò un primo e un dolce; chi prende del vino bianco? Altre volte p. è sinon. di ricevere o accettare, ed è usato per lo più come esortazione dando un regalo: prendi quest’anello come segno del mio amore. Se si parla di titoli di studio, attestati e sim., p. è il verbo più com., in luogo del più formale e burocr. conseguire: ha conseguito il diploma di segretaria d’azienda. A proposito di stipendi e sim., p. è sinon. di guadagnare o del più formale percepire: percepisce una mensilità di tutto rispetto.
Recare con sé con o senza violenza - Talora p. può equivalere a portare, se si tratta di oggetto da utilizzarsi in un secondo momento: fa freddo, prendo il cappotto. In esempi come quello appena cit., il verbo portare, al tempo presente, implicherebbe che si ha indosso il cappotto al momento in cui si formula l’enunciato: fa freddo, porto (o indosso, sinon. più formale) il cappotto. Più spesso p. è sinon. di portare via: ho preso il ferro da stiro, te lo riporto domani. Se il portar via implica un prendere con la forza o illegalmente, p. è sinon. di rubare, sottrarre e sim., con i sinon. pop. fregare, sgraffignare e altri: i ladri hanno preso tutto. Oppure semplicemente di impadronirsi (di), impossessarsi (di), che tuttavia, seppure più formali, implicano sempre una certa avidità nell’atto di prendere: voglio prendere tutto quello che posso. Ancora più marcato è arraffare che indica un prendere frettoloso e nervoso, senza scegliere, con avidità, per il solo gusto di portar via: arraffarono tutti i resti del pranzo.