precisione
preciṡióne s. f. [dal lat. praecisio -onis, propr. «taglio, troncamento», der. di praecidĕre: v. precidere e preciso2]. – 1. a. L’essere preciso; esattezza, meticolosità nel fare qualche cosa, nel formulare il proprio pensiero, e sim.: condurre una ricerca, eseguire un compito con molta (o poca) p.; un lavoro di grande p., che richiede, o che è stato eseguito con grande accuratezza; amare la p.; tenere alla p.; scrivere, parlare, esprimersi con p., con proprietà di linguaggio; non so con p. a che ora parte l’aereo, non conosco l’ora esatta. Com. la locuz. per la p., per essere precisi: io, per la p., sono il primo nella fila. b. Caratteristica di uno strumento, di un apparecchio che funziona con grande esattezza: la p. di un orologio, di un congegno. 2. Nelle scienze sperimentali e nella tecnica, p. di un’esperienza, di una lavorazione, ecc., il grado più o meno alto con cui, nell’eseguire l’esperienza o la lavorazione, ci si avvicina alle condizioni prefissate; p. di una misura, genericamente, la maggiore o minore approssimazione della misura al valore effettivo della grandezza in esame, e specificamente l’errore relativo della misura (un significato simile ha l’errore assoluto, che peraltro si riferisce all’accuratezza della misura), associato al procedimento o allo strumento di misurazione: misura di lunghezza con una p. (assoluta) di ± 0,1 mm; misura con una p. (relativa) di ± 1%. La locuz. di precisione si usa poi in tutti i casi in cui si vuole sottolineare una particolare accuratezza, spinta a limiti che eccedono quelli ordinarî; così, meccanica di p., quando le tolleranze di lavorazione sono sensibilmente inferiori a quelle normali; strumento di p., le cui indicazioni sono più precise di quelle degli strumenti di uso normale; in partic., p. di un’arma da fuoco (per es., di un fucile o di un’artiglieria), la proprietà dell’arma di dare una rosa di tiro centrata intorno al punto mirato: p. in gittata, p. in direzione. 3. Nell’equitazione di scuola, la precisione è una delle categorie di salto nei concorsi ippici: il percorso, comprendente un minimo di 12 ostacoli (in caso di parità viene ripetuto riducendo il numero degli ostacoli e, eventualmente, aumentandone le dimensioni), deve essere coperto a una velocità minima di 350 m al minuto.