precipitazione
precipitazióne s. f. [dal lat. praecipitatio -onis, der. di praecipitare «precipitare»]. – 1. L’atto del precipitare o cadere, e in senso concr. la cosa stessa che cade. In senso proprio è d’uso limitato ad alcune espressioni del linguaggio scientifico: a. In meteorologia, p. atmosferica, la fase della circolazione acquea nell’atmosfera terrestre corrispondente al passaggio dell’acqua dall’atmosfera al suolo (le altre fasi sono l’evaporazione e la condensazione); p. liquida, la pioggia; p. solida, la neve o la grandine; p. invisibili, la rugiada e la brina. b. In chimica, separazione di una sostanza dal solvente in cui è disciolta, effettuata rendendo la sostanza stessa poco solubile mediante reattivi chimici, o portando la soluzione sopra il limite di solubilità della sostanza disciolta; si chiama p. frazionata quella eseguita in modo da separare due o più composti in base alla loro diversa solubilità. Nella tecnica di dolcificazione delle acque, p. catalitica, la formazione di carbonato di calcio insolubile in presenza di granuli di sabbia che fungono da germi di cristallizzazione. c. In immunologia, reazione antigene-anticorpo caratterizzata dalla formazione di un complesso insolubile, che si verifica quando un antigene solubile giunge a contatto con il corrispondente antisiero, in opportune proporzioni. 2. Nell’uso com. solo in senso fig., fretta eccessiva, avventatezza, soprattutto nel giudicare e nel decidere; anche l’abitudine di giudicare e decidere avventatamente: certi problemi vanno risolti senza p.; ha dovuto dolersi più volte della sua p.; prendere addirittura una risoluzione, mettercisi dentro con le mani e co’ piedi, presto di qua, presto di là: a casa mia si chiama p. (Manzoni).