postulato1
postulato1 s. m. [dal lat. postulatum «ciò che è richiesto; richiesta», der. di postulare «postulare»]. – Proposizione che, senza essere evidente né dimostrata, si assume – o si richiede all’interlocutore di assumere – come fondamento di una dimostrazione o di una teoria (in generale, di un sistema deduttivo): accogliere, accettare, ammettere, respingere un postulato. Nella logica tradizionale il termine ha sign. diverso da assioma, che indica una proposizione evidente di per sé; nelle logiche moderne i due termini sono considerati sinonimi e indicano le proposizioni indimostrate che sono poste a fondamento di un sistema formalizzato. P. di Euclide o p. delle parallele, il quinto postulato degli Elementi di Euclide, riconducibile all’asserzione che per un punto esterno a una retta passa una e una sola parallela alla retta stessa: dopo secoli di tentativi infruttuosi di darne una dimostrazione in base agli altri quattro postulati, se ne riconobbe il carattere indipendente all’inizio del 19° secolo con la conseguente nascita delle geometrie non-euclidee; p. della relatività, in fisica, l’affermazione che le leggi fisiche hanno la stessa forma in diversi sistemi di riferimento in moto relativo e quindi non possono verificarsi fenomeni fisici che rivelino il moto assoluto di un particolare sistema di riferimento (v. relatività, n. 2). Nella filosofia di Kant e, in partic., nell’esame delle condizioni trascendentali del conoscere scientifico, p. del pensiero empirico, i principî che rendono intelligibile l’esperienza (ossia possibilità, realtà, necessità); nella Critica della ragion pratica sono detti postulati quelle proposizioni teoretiche indimostrabili che sono presupposti necessarî della legge morale (ossia l’esistenza di Dio, il libero arbitrio, la vita futura).