posto2
pósto2 s. m. [lat. pŏsĭtus, part. pass. di pōnĕre «porre»: v. la voce prec.]. – 1. In senso generico, spazio o porzione di spazio disponibile per essere occupato da persone o da cose: il mondo è grande e c’è tanto p.; nella sala c’è p. per cento persone; entra, c’è ancora p.; non spingete, c’è p. per tutti; se metti il divano in mezzo alla stanza non rimane più p. per le poltrone; in questa città non si trova più p. per parcheggiare la macchina; occupare, prendere, tenere molto, troppo, poco p., essere, o non essere, ingombrante; fare p. a qualcuno, a qualcosa, spostarsi, avvicinarsi, stringersi e sim. in modo che lo spazio sia sufficiente a contenere anche qualcuno o qualcos’altro. In senso fig.: avrai sempre un p. nel mio cuore; la mamma occupa il p. più importante nei nostri affetti; questa faccenda ha un p. notevole nei miei pensieri; trovare p., essere accolto o inserito fra persone o cose simili, ricevere opportuna sistemazione: se seguiti a comportarti così non troverai mai p. fra la gente per bene; questa storia troverà p. nel mio prossimo libro. 2. a. Luogo o spazio scelto, stabilito, assegnato, destinato e sim. a persone o cose: il mio p. è questo e non ho intenzione di muovermi; riprendiamo il nostro p.; torna al tuo p.!; cambiare p., o di p.; scambiarsi il p.; perché hai occupato il mio p.?; questo p. non mi piace; c’è un p. per ogni cosa; il p. di questi libri è nello scaffale di destra; rimetti a p. questi attrezzi; lì il quadro è al suo p., quello è (proprio) il suo p., è nella collocazione più adatta a valorizzarlo; prendere posto, collocarsi, sistemarsi, sedersi nel luogo in cui si ha intenzione di stare. Con riferimento a un ordine stabilito: adesso ogni cosa è al suo p.; in casa voglio che sia tutto a p.; chi ha messo fuori p. le mie carte?; essere a p., di cose, essere in ordine, ben assegnate e sistemate: la stanza è a p., non metterla in disordine; finalmente tutto è a p.! (anche parlando di un assestamento non materiale); con riferimento a persone, essere a p. col vestito, con i capelli, ecc. (anche, avere il vestito, i capelli a p.), essere in ordine, esteriormente impeccabile; siamo a posto!, espressione che ha più significati, ma che in genere indica soddisfazione dello stato o della condizione raggiunti (anche con valore antifrastico e iron., con riferimento a situazioni poco piacevoli, critiche o addirittura disperate: adesso che ci hanno rubato tutto, siamo a posto!); avere la testa a p., essere una persona equilibrata, ragionevole, assennata; con valore aggettivale, a posto, di persona corretta, ineccepibile dal punto di vista del comportamento e della morale: un ragazzo, una donna a p.; è gente veramente a p. (la locuz. ha anche un dim. fam. appostino e un superl. appostissimo); mettere a p. qualcosa, collocarla nel suo giusto ordine e, per estens., aggiustare, riparare, rimettere in efficienza, riferito a macchine, meccanismi e sim., ma anche a singole parti del corpo: hai messo a p. la televisione?; devo far mettere a p. i fari dell’automobile; quando ti deciderai a farti mettere a p. i denti?; vado a farmi mettere a p. i capelli; in senso fig., mettere la testa a p., rinsavire, mettere giudizio; mettere a p. le cose, mettere a p. ogni cosa, mettere tutto a p., sistemare definitivamente, risolvere problemi, questioni, situazioni complesse, appianando ogni difficoltà, chiarendo eventuali malintesi, ecc.; mettere a p. qualcuno, dargli una sistemazione economica, procurargli un impiego redditizio (analogam., mettersi a p., trovare una sistemazione conveniente, farsi una casa, una famiglia, ecc.), e, con altro sign., costringere all’osservanza dell’educazione, al rispetto, chi non si comporta in modo adeguato: se non obbedisci, ti metto a p. io!; (saper) stare al proprio p., comportarsi come si conviene, spec. in rapporto alla condizione sociale, al grado, alla dignità, alle convenienze: so stare al mio p., non dubitare; in frasi imperative: state al vostro p.!, lei stia al suo p.! e sim., rivolte a chi si prende un’eccessiva confidenza, o s’immischia in affari che non lo riguardano; tenere le mani a p., astenersi dal compiere gesti di violenza o di eccessiva confidenza: tenere la lingua a p., evitare di parlare a sproposito, pensare alle conseguenze delle proprie parole. b. Posizione occupata attorno a una tavola, in pranzi, cene, riunioni e sim., spec. rispetto agli altri commensali o partecipanti: assegnare il p. agli invitati, ai convegnisti; quanti sono i p. a tavola?; a cena questo è il mio p.; alla nostra mensa c’è sempre un p. per te; p. d’onore, a tavola, quello situato alla destra della padrona o del padrone di casa, in riunioni quello situato a capotavola (sedere al p. d’onore; il p. d’onore spetta al presidente). Implicitamente, il termine indica anche la particolare preparazione della tavola relativamente a ciascun commensale, comprensiva di tutte le suppellettili occorrenti per una colazione o per un pranzo. c. Posizione che si occupa in una fila, turno che in essa spetta: per favore, tienimi il p., torno subito; ho ceduto il mio p. a una signora; mi sono assentato un momento e ho perso il p.; con riferimento ai numeri (scritti nell’usuale numerazione decimale), il p. delle unità, delle decine, delle centinaia; il p. dei centesimi è il secondo dopo la virgola. In senso più astratto posizione che si ha in una qualsiasi serie o graduatoria: è al terzo p. nella classifica generale; aspira al primo p.; la nostra squadra è all’ultimo p.; nella scala delle durezze di Mohs il diamante ha il 10° posto. d. Nei cimiteri, spazio occupato (o destinato a essere occupato) da una tomba o da una bara. e. In senso più astratto, con riferimento a posizioni non materiali assegnate dalla sorte, da una legge umana, morale e sim.: in questo momento il mio p. è accanto a te; sentiva che il suo p. era accanto ai figli. f. In senso fig., situazione, condizione individuale: se tu fossi al mio p., che cosa faresti?; io, al tuo p., me ne andrei subito; mettetevi al mio p., e capirete; con altro senso, al p. di qualcuno, in sua vece, in sostituzione: ci vado io, al suo p.; al p. di Mario è venuto suo fratello. 3. Con riferimento a militari, il luogo dove ciascuno (singolarmente o in gruppo) è stato collocato dai suoi superiori, o dove ha ricevuto l’ordine di stare, di andare, di mettersi: i p. delle sentinelle; i p. di combattimento; difendere il proprio p.; lasciare, abbandonare il proprio p., reato che può comportare pene detentive, o, in tempo di guerra, persino la fucilazione. Analogam., in marina, luogo destinato a ogni componente dell’equipaggio in determinate circostanze: p. di combattimento; p. d’incendio; in partic., p. di manovra, quello per la manovra delle vele o della nave. Con sign. più ampio: p. di guardia, locale, stanza e sim. in cui sono riuniti i militari che si alternano nei turni di guardia (oppure le persone preposte a un servizio di custodia e vigilanza), e anche il complesso dei soldati o delle persone che esplicano tale servizio; p. avanzati, le posizioni più vicine al nemico in uno schieramento difensivo, e anche i reparti stessi che vi sono impegnati. 4. Spazio circoscritto, edificio o luogo in genere, fornito di attrezzature e installazioni particolari per fini determinati: p. di medicazione, p. di pronto soccorso, ambulatorio attrezzato per i primi soccorsi a feriti o altre persone che ne abbiano necessità (nell’esercito, unità mobile, autocarro o tenda, fornita della minima attrezzatura medica e chirurgica necessaria per un primo soccorso); p. letto, in ospedali e case di cura, ciascuno dei letti e dei servizî connessi disponibili per i degenti; p. di ristoro, impianto di varia natura destinato a fornire alimenti, bevande e altri generi di conforto a viaggiatori, militari, turisti e sim.; p. telefonico (pubblico), apparecchio telefonico (o cabina con apparecchio) a disposizione del pubblico; nello sport, p. di controllo, stabilito su un percorso di gara per controllare il regolare passaggio dei concorrenti o la velocità di marcia. Posto macchina, in autorimesse, parcheggi e sim., ciascuno degli spazî, generalm. delimitati da strisce dipinte per terra, destinati alla sosta di un autoveicolo; analogam., posto barca, nei porti turistici, tratto ristretto di mare, antistante a una banchina appositamente attrezzata, in cui si può ormeggiare un natante. P. di blocco, località in cui si trovano, sulle linee ferroviarie esercitate col sistema del blocco semiautomatico, le leve di manovra dei segnali del blocco; con altro senso, punto di una strada in cui, stabilmente ma più spesso saltuariamente in relazione a concrete esigenze, le forze dell’ordine impongono la sosta dei veicoli in transito, per controlli varî o anche per ragioni di sicurezza. P. d’osservazione, quello in cui si colloca un osservatore militare o civile, e anche, con senso più generico, il luogo dove una persona si mette per poter osservare: scegliersi un buon p. d’osservazione; dal mio p. d’osservazione potevo vedere tutto. P. microfonico, nella tecnica della registrazione sonora, della radiodiffusione e della cinematografia, luogo dove sono disposti microfoni (spec. con riferimento a microfoni mobili o a riprese sonore all’aperto). Nella tecnica delle telecomunicazioni, p. trasmittente e p. ricevente (in partic., p. ricetrasmittente), i terminali di una via di comunicazione, dove si trovano le apparecchiature per trasmettere e per ricevere i segnali. 5. a. Sedia, sedile, poltrona e sim. su cui in un mezzo di trasporto pubblico, in uno stadio, in una sala di spettacolo o altro luogo pubblico, una persona acquisisce il diritto di sedere pagando (o ricevendo in omaggio) il relativo biglietto: cinematografo con duemila p.; il nuovo campo sportivo ha circa tremila p.; i p. davanti, di dietro nell’autobus; p. di 1a, di 2a classe; p. di prima, di ultima fila; prenotazione dei p., in teatri, treni, piroscafi, aerei di linea, ecc.; posti di platea, di galleria; p. distinti; i p. migliori sono quelli centrali; p. riservato; è libero questo p.?; il p. è occupato; i p. di platea sono esauriti, c’è solo qualche p. in galleria; in tutta la carrozza del treno non c’era un p. libero; non trovare posto; posti a sedere, posti in piedi. b. Banco di scuola: scegliere, assegnare i p.; rimanete ciascuno al vostro p.; tornare al p.; rimandare al p.; essere interrogato dal p., di alunno che non viene chiamato presso la cattedra. c. Sedie di autoveicoli, di aeromobili e sim.: automobile a quattro, a due p.; i p. della nuova utilitaria sono molto comodi; possiede un aereo privato con 12 p.; p. di guida, quello in cui siede il conducente di un veicolo; p. di pilotaggio, in un aeromobile, quello in cui siede il pilota e dal quale manovra i comandi. d. Con sign. più partic. e astratto, ricettività di luoghi pubblici, ospedali, alberghi, località, ecc.: al ristorante non c’è più posto, non ci sono più tavoli disponibili; non c’è posto in tutto il paese, non c’è nemmeno una camera d’albergo libera. In convitti e sim., possibilità di ospitare un convittore offrendogli tutto quanto è necessario per l’alloggio, il vitto, lo studio: collegio con ottanta, con duecento p.; in senso oggettivo, diritto a frequentare il convitto: la metà dei p. è riservata agli orfani di guerra; p. gratuiti, p. a pagamento. 6. a. Impiego, ufficio che costituisce l’occupazione abituale e da cui si traggono, tutti o in parte, i mezzi di sostentamento: essere alla ricerca di un p.; trovare un p.; offrire, procurare un p.; avere un buon p., un ottimo p., un p. misero, modesto; perdere, conservare il p.; ci tengo al mio p.!; seguito dalla specificazione dell’impiego: mettere a concorso trecento p. di maestro; è vacante il p. di segretario, di redattore capo; anche con riferimento a cariche elevate: aspirare a un p. più alto; si sono presi i p. migliori; avere, occupare un p. di grande responsabilità; essere ai p. di comando. Con sign. più astratto, la dignità e il decoro che l’ufficio o la carica conferiscono, la stabilità economica che ne viene, la stima e il credito che ne sono il riflesso: avere, farsi un p. nella vita, nella società; da tutti i portamenti di don Gonzalo, pare che avesse una gran smania d’acquistarsi un p. nella storia (Manzoni). b. Con sign. più generico, mansione, insieme di compiti particolari che si devono eseguire: se io non tornassi, prenderai tu il mio p.; da grande sarai tu a questo p.; sono inchiodato a questo p., non posso assentarmi per gli impegni di lavoro che ho. 7. a. Luogo in genere, sito, località, parte di una zona o di una regione: questo è il p. dove i due reparti s’incontreranno; ecco il p. in cui sorgerà la villa; un p. arioso, soleggiato; un p. incantevole, orribile; ti piace il p.?; che brutto p.!; è un p. meraviglioso per godere un po’ d’aria pura; ho finalmente trovato un p. dove stare tranquillo. Con accezione partic., un p. al sole, espressione con cui si indica la conquista, il possesso, o l’aspirazione al possesso, di terre o colonie da parte di uno stato (traduce l’espressione ted. Platz an der Sonne, adoperata dapprima dallo statista B. H. K. von Bülow, nel 1897), e per traslato una posizione economica e sociale di un certo prestigio: ha lottato tutta la vita per avere un p. al sole. In qualche caso, località, paese, zona: siamo dello stesso p.; il p. di produzione di un certo vino, di un certo formaggio; come locuz. aggettivale, del p., locale, e, con riferimento a prodotti alimentari, tipico del luogo di produzione: la gente, gli usi del p.; formaggi, dolci del p.; sul p., sul luogo stesso di produzione: l’ho comprato sul p. (con altro senso, recarsi, accorrere e sim. sul p., sul luogo dove un fatto è accaduto, con partic. riferimento a indagini giudiziarie, di polizia e sim.). Con valore eufemistico, mandare qualcuno in (o a) quel p., mandarlo a quel paese, cioè al diavolo, in malora, ecc. In posto, locuz. usata talvolta (per es., in geologia) con lo stesso sign. di in loco, in situ. b. Al plur., paesaggio nella varietà dei suoi aspetti: che bei p.!; sono p. veramente incantevoli; amo molto questi p.; anche, indeterminatamente, regione più o meno vasta con i suoi centri abitati: non ho mai visitato quei p.; sono p. che non conosco. c. Lo stesso che punto, parte, zona, anche con riferimento a parti del corpo: qual è il p. che ti fa male? Con valore eufemistico, quel p., il deretano, e anche, meno spesso, l’apparato sessuale: cadendo si è fatto male in quel p.; volg. prenderlo, pigliarlo in quel p., rimanere vittima di un inganno, un imbroglio, una truffa; con altro sign., nell’uso fam., il gabinetto: scusami, devo andare in quel p. (o anche in quel posticino). 8. Locale pubblico, in genere: non c’è un p. dove mangiare un boccone senza avvelenarsi; conosci un p. dove si possa parlare in pace?; qui vicino c’è un p. dove si mangia benissimo; non sono p. adatti alle signore. ◆ Dim. posticino, piccolo posto, spazio ristretto: non preoccuparti, un posticino lo trovo sempre; c’è un posticino a tavola per me?; con sign. particolari: paesaggio dall’aspetto lieto e gradevole: ho scoperto un posticino delizioso; trattoria, locale pubblico grazioso e confortevole: è un posticino dove si mangia bene e si spende poco; impiego modesto ma tranquillo: avere, trovare un posticino, un buon posticino; nell’uso fam., quel posticino, il gabinetto: per favore, dov’è quel posticino? Pegg. postàccio, luogo o locale sgradevole, brutto, malfamato: siamo andati a fermarci in ... un postaccio frequentato dalle passeggiatrici (Moravia).