posticcio /po'stitʃ:o/ [dall'ant. apposticcio, lat. tardo appositicius, der. di apposĭtus, part. pass. di apponĕre "porre accanto"] (pl. f. -ce). - ■ agg. 1. [aggiunto o applicato dopo, o ad arte, allo scopo di imitare quello che non c'è, o non c'è più: barba p.; capelli p.] ≈ artificiale, finto. ↔ reale, vero. 2. (estens.) [che si può rimuovere rapidamente: una parete p.] ≈ applicato, provvisorio, temporaneo. ↔ definitivo, stabile. 3. (fig.) [improntato a falsità: sentimenti p.] ≈ ambiguo, artificioso, falso, simulato. ↔ naturale, spontaneo. ■ s. m. 1. [ciuffo di capelli finti per acconciature] ≈ parrucca, postiche, toupet, [spec. per uomo] parrucchino. 2. (agr.) [terra, per lo più di riporto, dove si coltivano giovani piante destinate a essere trapiantate] ≈ (tosc.) postime, vivaio. 3. (ant., marin.) [parte della galea, posta da poppa a prua, su cui si posavano gli scalmi dei remi] ≈ (ant.) apposticcio.