posa /'pɔsa/ s. f. [der. di posare]. - 1. (lett.) [momento di stasi che interrompe la continuità di un'attività, spec. di una fatica, di una condizione penosa e sim.: non avere, non dare, non trovare p.] ≈ pausa, quiete, (lett.) requie, riposo, sosta. ▲ Locuz. prep.: senza posa [in modo continuo, senza fermarsi mai: lavorare senza p.] ≈ continuamente, da mattina a sera, incessantemente, ininterrottamente, senza interruzione (o requie o riposo o sosta o tregua o soluzione di continuità). ↔ ↓ (fam.) a singhiozzo, a tratti (o intervalli o volte), discontinuamente, di tanto in tanto, ogni tanto, saltuariamente. 2. (estens.) [atto del posare in un luogo, in una sede prefissata e sim., anche nell'espressione p. in opera: procedere alla p. (in opera) dei cavi telefonici] ≈ impianto, installazione, messa in opera. ‖ collocazione, deposizione, montaggio, posizionamento. ↔ disinstallazione. 3. (estens.) [seduta in cui si sta immobile per essere ritratto o fotografato: occorrono molte ore di p. per terminare il quadro] ● Espressioni: stare (o mettersi) in posa [rimanere immobile per essere ritratti o fotografati] ≈ posare. 4. (fig.) [modo di atteggiarsi e di comportarsi: una p. da superuomo] ≈ aria, atteggiamento, contegno, (non com.) positura, posizione, postura. 5. (fot.) [ripresa fotografica: tempo di p.; pellicola per 36 p.] ≈ esposizione, fotografia, scatto. 6. [ciò che si è separato da un liquido torbido lasciato in riposo depositandosi sul fondo: questo vino ha fatto molta p.] ≈ deposito, (non com.) fondaccio, fondiglio, fondo, (non com.) posata, posatura, residuo, sedimento, [di vino] feccia, [di olio] morchia, [di sostanze chimiche] precipitato. 7. (mus.) [interruzione temporanea del canto o del suono] ≈ fermata, pausa.