portiere
portière s. m. [dal fr. portier, che a sua volta è dal lat. mediev. portarius]. – 1. a. In genere, chi ha la custodia di una porta (di un edificio, di una città, ecc.). Nell’uso ant., denominazione anche del gabelliere che riscuoteva i dazî al passaggio delle porte della città; in funzione appositiva, nella locuz. l’angelo p., l’angelo che custodisce l’ingresso al Purgatorio nella concezione dantesca (cfr. Purg. IX 76-78: Vidi una porta ... E un portier ch’ancor non facea motto). b. (f. -a) Con sign. più specifico, la persona che, in edifici d’abitazione, presta la propria opera per la custodia, la vigilanza, la pulizia e altri servizî accessorî. Con accezione più ampia, ogni prestatore d’opera che svolge, da sole o congiuntamente con altre occupazioni, mansioni di custodia: il p. di un ministero; il p. di una fabbrica; p. d’albergo, chi provvede alla registrazione dei clienti, prestando loro assistenza all’arrivo, alla partenza e durante la permanenza con servizî varî (e p. di notte o notturno, chi svolge tali mansioni durante le ore notturne). c. P. elettrico, l’impianto costituito da dispositivi elettromeccanici per l’apertura del portone d’ingresso dai varî appartamenti e da dispositivi elettronici (citofoni o telefoni) per chiamare i varî inquilini e comunicare con loro dall’esterno. 2. (f. -a) In alcuni giochi a squadre con la palla o il disco (calcio, hockey, pallanuoto), il giocatore posto a guardia della porta con il compito di fermare la palla o il disco prima che superi la linea di porta, per evitare che la squadra avversaria segni punti a proprio favore.