portavoce
portavóce s. m. e f. [comp. di portare e voce; nel sign. 1 a, calco del fr. porte-voix], invar. – 1. s. m. a. Sinon. non com. di megafono. b. Fare, farsi p. delle mani, con le mani, sistemare le mani a imbuto intorno alla bocca per non far disperdere la voce e farla sentire anche da lontano. 2. s. m. Tubo metallico con imboccatura concava (boccaglio) alle due estremità, che serve a trasmettere la voce da un punto a un altro, da un ambiente a un altro, a non grande distanza; comunissimo spec. nelle navi (per comunicazioni dalla controplancia alla timoneria, dal ponte di comando al locale macchine, ecc.), era diffuso nel passato, prima che fosse sostituito da telefoni e citofoni, anche negli edifici privati (per comunicare dalla portineria agli appartamenti superiori, dal negozio all’abitazione o al magazzino che si trovassero nello stesso fabbricato, ecc.). 3. s. m. In alcuni strumenti a fiato di legno, la chiave (nell’oboe, clarinetto, fagotto) o il foro (nel flauto dolce) posto nella parte posteriore dello strumento, che servono per ottenere determinati suoni. 4. s. m. e f. a. Chi parla in vece o per conto di altra persona, di un gruppo e sim., e anche chi sostiene e diffonde le idee di movimenti di opinione, culturali, sociali, ecc. o anche quelle di partiti, correnti politiche, ecc.: essere, fare il p. di qualcuno; farsi p., presso la direzione, delle lamentele dei colleghi; anche con riferimento a organi di informazione: un quotidiano che si protesta indipendente ed è invece il p. di un partito; il nostro giornale è sempre stato il p. delle richieste degli ecologisti. Con sfumatura peggiorativa, chi riferisce cose sentite da altri, o chi si incarica di riferire cose che altri, per motivi varî, non vuol dire direttamente. b. Con sign. specifico, la persona (in genere un funzionario o collaboratore di fiducia) incaricata di rendere noti i punti di vista, la linea d’azione e sim. di capi di stato o di dirigenti politici, di governi, ministeri o altri enti pubblici o di interesse pubblico: il p. del presidente della Repubblica, del Dipartimento di stato, del ministero degli Affari Esteri.