portamento
portaménto s. m. [der. di portare, portarsi]. – 1. a. Modo di atteggiare la persona, il corpo, soprattutto nel muoversi, nel camminare: un p. distinto, elegante, solenne, altero, o stanco, dimesso, curvo; avere un bel p., un p. goffo; è molto disinvolto nel portamento. Con riferimento ad animali: un cavallo di p. imponente; il superbo p. del leone. b. fig. Con senso più generico, il contegno d’una persona, il suo modo di operare, di procedere, di comportarsi: nel condurre le trattative ha avuto un p. poco chiaro; la laude o biasimo degli uomini ha a nascere da’ p. loro, non dallo stato in che si truovano (Guicciardini). In passato, significò, oltre alla condotta scolastica, anche il profitto negli studî. c. In biologia, p. di un animale o di una pianta è l’aspetto generale; sinon. quindi di abito (nel sign. 3 f). d. ant. Modo di vestire, foggia d’abito o di costume. 2. In musica, tecnica di esecuzione nella quale da una nota si passa alla successiva facendo sentire, più o meno distintamente, tutti i suoni compresi nell’intervallo tra quelle due; oltre che nel canto (dov’è detto anche p. di voce), può aversi anche in alcuni strumenti (archi, trombone a tiro, ecc.), prendendo allora, più spesso, il nome di strisciato o glissato. 3. ant. L’azione, il fatto di portare o trasportare: havvi processioni e portamenti delle loro immagini, ... con grande accompagnamento di popoli (D. Bartoli).