porgere /'pɔrdʒere/ v. tr. [lat. porgĕre, forma sincopata di pŏrrĭgĕre, comp. di por- "in avanti" (affine a pro- e per-) e rĕgĕre "dirigere in linea retta"] (io pòrgo, tu pòrgi, ecc.; pass. rem. pòrsi, porgésti, ecc.; part. pass. pòrto). - 1. [presentare qualcosa a qualcuno con la mano in modo che lo possa prendere: le porse il vassoio; mi porgi il pane?] ≈ (fam.) allungare, avvicinare, offrire, passare, tendere. ⇑ dare. ↔ prendere, riprendere, ritirare, togliere. ● Espressioni (con uso fig.): porgere ascolto (o orecchio) (a qualcuno) [attenersi ai consigli ricevuti] ≈ ascoltare (ø), dare ascolto, (fam.) dare retta, obbedire, prestare attenzione (o ascolto o orecchio), seguire (ø), (fam.) stare a sentire (ø). ↔ disobbedire, [con riferimento a una norma, un divieto e sim.] contravvenire; porgere la mano (a qualcuno) ≈ aiutare (ø), dare (o tendere) una mano, soccorrere (ø); porgere l'occasione (o il destro) ≈ dare l'opportunità. ↔ approfittare, cogliere l'occasione. 2. [comunicare ad altri qualcosa: p. preghiere, parole] ≈ indirizzare, proferire, pronunciare, riferire, rivolgere, [riferito ad auguri, omaggi e sim.] presentare, [riferito a cose dette da altri] riportare. 3. (teatr.) [assol., modulare convenientemente la voce e curare la pronuncia, le pause, il gesto, detto di attori, oratori o in genere di chi parla in pubblico: non sa p.] ≈ declamare, recitare. ‖ eseguire, interpretare, pronunciare. [⍈ DARE]