ponzare
v. intr. [lat. *punctiare, der. di punctus, part. pass. di pungĕre «pungere»] (io pónzo, ecc.; aus. avere). – 1. tosc. Fare sforzi, o far forza, contraendo i muscoli: dandosi di leva Co’ pugni sulla mensa appuntellati In tre tempi, su su, venner ponzando (Giusti); in partic., fare sforzi per andare di corpo o per partorire. 2. fig., scherz. Spremere il cervello, meditare intensamente, sottoporsi a uno sforzo mentale, per trovare una soluzione, per comporre o creare qualche cosa: cosa stai ponzando?; è stato a p. tutto il pomeriggio senza riuscire a scrivere la lettera; non valeva la pena di p. tanto per fare poi questo disastro! Anche trans., produrre con grande sforzo e fatica (e, s’intende, con scarsi risultati): ci lesse i versi che aveva ponzato per l’occasione; Ei cova, ei ponza, il vate, Lo stil nuovo latino (Carducci); si mise a ponzar la risposta, che infine, dopo molto stento, gli uscì in questi termini (Pirandello).