pontefice
pontéfice s. m. [dal lat. pontĭfex -fĭcis, che tradizionalmente si ritiene comp. di pons pontis «ponte» e tema di facĕre «fare»: inizialmente il termine designava forse colui che curava la costruzione del ponte sul Tevere]. – 1. Nell’antica Roma, ciascuno dei membri del collegio giuridico-sacerdotale (detto collegio dei p.) che aveva il compito di conservare le tradizioni religiose e giuridiche della città, di controllare il culto pubblico e privato, di compilare l’elenco dei magistrati e il calendario. P. massimo, il capo del collegio dei pontefici (titolo assunto, a partire dal 12 a. C., dagli imperatori romani). 2. Nella Chiesa cattolica, titolo usato, a partire dal 5° secolo, per indicare i vescovi; in seguito titolo onorifico e designazione ufficiale (anche sommo p.) del papa in quanto vescovo di Roma. 3. Per estens., non com., il capo di una scuola, l’esponente più prestigioso e autorevole di una corrente artistico-letteraria, di una tendenza, di un gruppo, di un partito: André Breton viene considerato il p. del surrealismo. Più spesso usato con connotazione scherz. o ironica.