poltronista
s. m. e f. (spreg.) Chi pensa solo a occupare poltrone, a ricoprire incarichi. ◆ Umberto Bossi infiamma, o almeno ci prova, di fronte a una platea già annegata nella palude dei risentimenti contro i traditori, i poltronisti, i venduti. Lui che alza lo sguardo, o almeno ci prova, raccontando di un futuro «che forse non vedremo, ma che sarà per i nostri figli e i figli dei nostri figli». (Pino Corrias, Stampa, 25 luglio 1999, p. 3) • [tit.] Al governo ci sono «poltronisti smidollati» [testo] [...] In una lettera al vetriolo inviata pochi giorni fa alla stampa locale, [Pietro] Checchi ha accusato «i caporioni padani» di essere degli «smidollati poltronisti», «gente che ha ripudiato la camicia verde e tutto quel che rappresenta». (Riformista, 23 ottobre 2002, p. 3, Focus) • Il signor Coni inventò Guido Rossi commissario nei giorni del marasma: scelta di cui si pentì, non a torto, quasi subito. Abete Giancarlo, anni 57. Studi classici, formazione cattolica, fratello dell’ex presidente di Confindustria, Luigi Abete, il pacato Giancarlo è un «poltronista» d’ombra: fino a ieri, almeno. Dice di non avere nulla di cui vergognarsi nel suo passato, ed è vero, però è stato il vice di [Franco] Carraro molto a lungo, troppo a lungo per non essere considerato un pezzo del vecchio sistema. (Maurizio Crosetti, Repubblica, 3 aprile 2007, p. 59, Sport).
Derivato dal s. f. poltrona con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nella Repubblica del 2 giugno 1994, p. 6, Politica (Gianluca Luzi).