politichese
agg. Proprio della politica, del politichese: volutamente astruso e incomprensibile. ◆ La parola «territorio» […] è stata nominata così invano, e così a raffica, da diventare uno dei più tipici e astratti termini politichesi: come se territorio non volesse poi dire, concretamente, il terreno sul quale poggiamo i piedi, abitiamo, lavoriamo, viaggiamo. (Michele Serra, Repubblica, 11 settembre 2000, p. 1, Prima pagina) • il caso Lombardia, quello più complicato, che più angustia [Silvio] Berlusconi, pare risolto solo a metà. La trattativa con [Roberto] Formigoni è irta di formule politichesi ardue da decifrare (Sole 24 Ore, 13 gennaio 2005, p. 10, Commenti e Inchieste) • Dica la verità, [Franco] Giordano, oggi li fate sfogare in piazza per poi votare la fiducia al governo sul Welfare. «Macché: questo lo può pensare chi ragiona in termini politichesi. Diciamo la verità: questo è il governo che in pochi mesi ha dato il massimo alle imprese, ora basta, bisogna riprendere a parlare di tassazione di rendite finanziarie e bisogna cambiare il protocollo sul Welfare». (Maria Teresa Meli, Corriere della sera, 20 ottobre 2007, p. 3, Primo piano).
Nuova funzione sintattica del s. m. politichese, che si converte in agg.
Già attestato nella Repubblica del 19 giugno 1987, p. 3 (Guido Vergani).