polisemia
polisemìa s. f. [dal fr. polysémie, comp. del gr. πολυ- e tema di σημαίνω «significare»; cfr. anche polisemo]. – 1. In linguistica, la coesistenza, in uno stesso segno (parola o, anche, sintagma, espressione fraseologica), di significati diversi: può sorgere come effetto di estensione semantica del vocabolo (così nel lat. liber il significato di «libro» si sviluppa da quello più antico di «corteccia»; cfr. ancora arco, indice, gemma, vite, ecc.), o come effetto di obliterazione della diversità di etimo tra due parole semanticamente diverse, ma fonologicamente identiche (come nel caso di albero, nome generico di pianta legnosa, e albero «pioppo»). 2. In letteratura, varietà di significati che uno scritto può assumere (nel medioevo, per es., i testi, e in partic. quelli sacri, venivano spesso letti secondo le interpretazioni letterale, allegorica, anagogica, morale; nella poesia moderna la polisemia è più frequentemente espressa dai valori simbolici della parola).