polipaio
polipàio s. m. [der. di polipo]. – 1. In zoologia: a. La massa calcarea o cornea che costituisce lo scheletro delle colonie di molti celenterati (corallo rosso, nero, madrepore, ecc.), secreta dagli stessi individui che contiene; il termine è esteso anche alle colonie di briozoi. In questo sign., anche polipario. b. L’insieme dei polipi che costituiscono una colonia di celenterati (e, per estens., di briozoi). 2. Nel linguaggio com. e letter.: a. La tana del polpo: facevamo la posta ai p.: il polpo ha una casa, la grotta, e quando è a casa chiude l’ingresso con una fila di sassolini (Alvaro). b. Insieme, groviglio di polpi. c. fig. Moltitudine, viluppo, groviglio di persone accalcate, o anche di altri elementi ammassati e confusi. Con altro uso fig. (derivato dai sign. zoologici del termine), edificio o concentrazione di edifici formati da elementi eterogenei, e sovrappopolati: quando si contempla Nuova York da un grattacielo dei più alti, ... si vede che in gran parte non sono edifici singoli, bensì fungaie, polipai (Piovene).