poligala
polìgala s. f. [lat. scient. Polygala, dal lat. class. polygăla, che è dal gr. πολύγαλον, comp. di πολυ- «poli-» e γάλα «latte», nome dato a questa pianta perché si riteneva che stimolasse la secrezione del latte nei bovini]. – 1. Genere di piante poligalacee rappresentate da erbe, ma anche suffrutici e arbusti, annuali o pluriannuali, con foglie per lo più alterne, e fiori simili a quelli delle papiglionacee nell’aspetto, ma non per la struttura; comprende alcune centinaia di specie cosmopolite, di cui alcune di interesse farmacologico per le loro proprietà espettoranti, come per es. la p. virginiana (lat. scient. Polygala senega) originaria del Nord America, e la p. amara (lat. scient. P. amara) di origine europea; altre utilizzate come piante ornamentali, per es. Polygala myrtifolia, originaria del Sud Africa e Polygala chamaebuxus, specie calcicola delle regioni montuose dell’Europa merid.; in Italia sono presenti una ventina di specie tra cui la p. comune (lat. scient. Polygala vulgaris), che vive in praterie e boscaglie. 2. Droga di origine vegetale, preparata con le radici di Polygala senega, che contiene sostanze di natura diversa (saponina, olî grassi, tannino, ecc.), come espettorante o emetico.