polifamiglia
s. f. Gruppo di tipo familiare formato consensualmente da un nucleo ristretto di persone legate tra di loro da rapporti affettivi e sessuali, ma appartenenti a diverse famiglie. ◆ Come in un ritorno alle origini, si annuncia una nuova era che porta con sé nuove forme di relazioni tra esseri umani fondate sulla soddisfazione istantanea dei desideri e liberate progressivamente dall'assillo della riproduzione: si profila il matrimonio contrattualmente provvisorio, in cui la durata del rapporto sarà fissata in anticipo dalla coppia; il poliamore, in cui ciascuno potrà avere in tutta trasparenza più amori allo stesso tempo; la polifamiglia, in cui si farà parte contemporaneamente di più famiglie; la polifedeltà, in cui ciascuno sarà fedele a diversi membri di un gruppo dalle sessualità molteplici. (Jacques Attali, Repubblica, 25 novembre 2008, Prima pagina) • L’attuale società lascia spazio aperto per la polifamiglia, rendendo possibile ai singoli l’appartenenza contemporanea a più gruppi familiari (da qui i matrimoni di gruppi), nonché per la polifedeltà. Si accentua sempre di più la separazione tra sessualità e riproduzione, affidando quest’ultima alla tecnologia, e consentendo in tal modo alla prima di espandersi liberamente nell’universo del piacere, abolendo la distinzione tra i sessi e operando per la realizzazione di un ermafroditismo universale. Inoltre, il matrimonio è sostenuto come istituto contrattualmente provvisorio. Da qui la crisi della famiglia e la fine di ogni rispetto dei diritti dell’infanzia! (P. Edoardo Scognamiglio, Centrostudifrancescani.it, 10 aprile 2010) • Forme di poliamore comprendono: polifedeltà, una sorta di matrimonio di gruppo nel quale si hanno relazioni affettivo-sessuali multiple con un ristretto e specifico gruppo di partner (polifamiglia); matrimonio aperto; legame geometrico, ad esempio triade o rettangolo amoroso; poligamia. (Cosmopolitan.com, 19 giugno 2014, Sesso e amore).
Composto dal confisso poli- aggiunto al s. f. famiglia.