policy maker
loc. s.le m. inv. Chi ha il potere di elaborare e determinare orientamenti e strategie in merito alle questioni più rilevanti per la società e la politica. ◆ Sebbene a gran voce opinion e policy maker di mezza Europa abbiano proclamato, sulle rive del lago di Como, la propria avversione a toccare il Patto di stabilità, è certo che le diplomazie finanziarie di almeno tre grandi Paesi – Francia, Germania e Italia – che più di altri faticano a quadrare i conti per il rallentamento dell’economia, siano al lavoro per conquistare nuovi margini di manovra: (Flavia Podestà, Stampa, 10 settembre 2001, p. 7, Economia) • Quell’individuo collettivo che sono i policy maker, sostiene [Guido] Tabellini, prende le decisioni difficili solo quando si trova con l’acqua alla gola. Così, una volta ridotte le imposte, la scelta di riportare sotto controllo la spesa pubblica sarà inevitabile. (Rossella Bocciarelli, Sole 24 Ore, 1° aprile 2004, p. 2, In primo piano) • «La mia è una battaglia per avere negli uffici pubblici la stessa efficienza della Ferrari, della Brembo o di Versace. Come? È molto semplice: costruire nella pubblica amministrazione delle regole simili a quelle del privato. Ci vuole un padrone vero perché i policy maker o i dirigenti sono padroni finti, il loro obiettivo non è quello di massimizzare il benessere dei cittadini» [Renato Brunetta intervistato da Roberto Mania]. (Repubblica, 19 luglio 2008, p. 2).
Espressione ingl. composta dai s. policy (‘indirizzo, linea guida’) e maker (‘artefice’).
Già attestato nella Repubblica del 27 settembre 1988, p. 47, Economia (Elena Polidori), nella variante grafica policy-maker.