poliandria
poliandrìa s. f. [comp. di poli- e -andria; cfr. gr. πολύανδρος, di donna «che ha molti sposi»]. – 1. In antropologia sociale, struttura matrimoniale e familiare plurima, formata dall’unione, socialmente riconosciuta e pertanto legittima, di una donna con più uomini, tradizionale soprattutto tra alcuni gruppi tibetani (Nyinba, del Nepal) e dell’India (Toda): p. adelfica o fraterna, il caso più diffuso di poliandria che si ha quando i mariti di una donna sono tra loro fratelli; p. poliginica, quella in cui, in caso di sterilità della donna, l’unione poliandrica viene estesa ad altra donna che viene associata alla prima sposa come «con-moglie». Per estens., il termine è usato anche con riferimento a situazioni occasionali e illegittime. 2. In zoologia, particolare forma di polimorfismo per cui in una specie sono presenti due o più tipi di maschi. 3. In etologia: a. Tendenza delle femmine di una specie ad accoppiarsi, nel corso di una singola stagione riproduttiva, con più di un maschio. b. Fenomeno per cui in una specie i maschi cooperano con le femmine nell’allevamento della prole.