poliamore
s. m. Relazione amorosa consensuale caratterizzata dal fatto che ogni partner può avere contemporaneamente più rapporti d’amore. ◆ Come in un ritorno alle origini, si annuncia una nuova era che porta con sé nuove forme di relazioni tra esseri umani fondate sulla soddisfazione istantanea dei desideri e liberate progressivamente dall'assillo della riproduzione: si profila il matrimonio contrattualmente provvisorio, in cui la durata del rapporto sarà fissata in anticipo dalla coppia; il poliamore, in cui ciascuno potrà avere in tutta trasparenza più amori allo stesso tempo; la polifamiglia, in cui si farà parte contemporaneamente di più famiglie; la polifedeltà, in cui ciascuno sarà fedele a diversi membri di un gruppo dalle sessualità molteplici. (Jacques Attali, Repubblica, 25 novembre 2008, Prima pagina) • Si accusa il cristianesimo di aver imposto, attraverso il diritto, a tutta l’umanità, vincoli monistici soffocanti, quali la monogamia eterosessuale, la fedeltà coniugale, rapporti generazionali rigidamente formalizzati. Si vuole, quindi, ritornare alle origini, alla soddisfazione istantanea dei desideri, a relazioni sessuali liberate dall’assillo della riproduzione. Si deve far spazio al poliamore, smascherando le nuove mitizzazioni della poliginia e della poliandria e trascendendo i vincoli della dicotomia sessuale. (P. Edoardo Scognamiglio, Centrostudifrancescani.it, 10 aprile 2010) • Il poliamore riguarda uomini donne, etero, bisex e gay, single e sposati. Alla base c’è l’idea che si possa amare più di una persona contemporaneamente e lo si possa fare nel rispetto e nella consapevolezza di tutti i coinvolti. (Marta Dore, Iodonna.it, 25 giugno 2016, Attualità) • “Hanno ragione tutti e due”, risponde Allena Gabosch, attivista, educatrice e conduttrice del podcast The relationship anarchy show. “La definizione di poliamore che dà l’autore della lettera – un gruppo di persone innamorate che vanno a letto tra di loro – corrisponde a quelle che alcuni chiamano polifedeltà. È meno comune, ma in alcuni casi l’ho vista funzionare. La definizione che dà il suo ex è più diffusa: una coppia principale in cui ciascuno ha partner di secondo e a volte, addirittura, di terzo livello. Checché se ne possa dire, non esiste un unico vero modo di praticare il poliamore”. (Dan Savage, Internazionale.it, st12 ottobre 2016, traduzione di Matteo Colombo).
Composto dal confisso poli- aggiunto al s. m. amore, sul modello del fr. polyamour (da quest’ultimo viene anche l’ingl. polyamory).