poli-
pòli- [dal gr. πολυ-, forma compositiva di πολύς «molto»]. – Primo elemento di numerose parole composte, derivate dal greco o formate modernamente, in cui esprime in genere il concetto della molteplicità numerica o, meno spesso, quantitativa (talvolta, esprime la sola contrapposizione all’unità, che è espressa dal prefisso mono-). Corrisponde al lat. scient. poly- ed equivale pressappoco a multi- e a pluri-, con cui in alcuni termini si alterna (per es., polistadio, multistadio e pluristadio) senza sostanziale differenza. In chimica, indica che un elemento, un gruppo funzionale, ecc., è presente in un composto chimico un numero di volte maggiore di uno: così polisolfuro, polifosfato, polimero; talora si può anche intendere come abbrev. di polimero (per es., poliglicole, poliimide, poliisoprene), oppure fa riferimento a composti ottenuti per polimerizzazione (come, per es., in poliglicide). In medicina, si premette al nome di alcune malattie (poliartrite, polineurite) per indicare che queste interessano più organi simili, o al nome di alcune funzioni fisiologiche (polidipsia, polifagia, poliuria) quando queste sono patologicamente aumentate; in alcuni casi (policitemia, polinucleosi) indica l’aumento di numero di determinati elementi cellulari, o (polidattilia, polimastia) la presenza di un numero superiore alla norma di determinati organi o formazioni, per lo più dovuto ad alterazioni embrionali (con quest’ultimo sign., si alterna talora col prefisso iper-: iperdattilia, ipermastia).