polare
agg. [dal lat. mediev. polaris, der. del lat. polus «polo1»]. – 1. Che si riferisce al polo o ai poli della Terra: le terre, le regioni p.; i ghiacci p.; l’Oceano P. Artico; asse p. di un pianeta, quello che congiunge i poli magnetici, praticamente coincidente con l’asse di rotazione; i circoli p., v. circolo, n. 2 b; calotta p., v. calotta; aurora p. (o boreale), fenomeno luminoso dell’alta atmosfera (v. aurora); spedizioni, esplorazioni p., appositamente organizzate per raggiungere il polo; per estens., tipico, caratteristico delle regioni polari: l’infinita tenebra p. (Pascoli); in usi fig., iperb., un freddo p., rigidissimo, molto intenso. In partic.: stella p., in astronomia, nome con cui si designa la stella, visibile a occhio nudo, che si trova esattamente al polo nord celeste o è la più prossima a questo: a causa dello spostamento, attraverso i secoli, dei poli sulla volta celeste (dovuto al fenomeno della precessione degli equinozî), la stella polare non è sempre la stessa (presentemente è la α Ursae Minoris, l’ultima del timone dell’Orsa Minore, ma verso l’anno 3000 a. C. era la stella α Draconis, mentre verso il futuro anno 7500 sarà polare la α Cephei); giorno p., l’intervallo di tempo durante il quale, nelle regioni polari, il Sole rimane ininterrottamente al disopra dell’orizzonte: ha durata tanto più lunga quanto più le località sono prossime ai poli; notte p., l’intervallo di tempo durante il quale, nelle regioni polari, il Sole rimane al disotto dell’orizzonte. Distanza p. (di un astro), arco di cerchio orario compreso tra l’astro e il più vicino polo celeste; è il complemento della declinazione celeste. 2. In matematica e nelle sue applicazioni, come anche in altre scienze, si dice di ente, grandezza, organo, ecc. relativo o vicino a un punto che abbia la qualifica di polo: coordinate p., v. coordinata; asse p., piano p., la retta e il piano orientati, rispetto ai quali si misurano gli angoli nei sistemi di coordinate polari; equazione p., l’equazione di una curva espressa in coordinate polari; retta p. di un punto P (che a sua volta viene detto polo della retta), è la retta (detta anche, assol., polare, s. f.) che si ottiene, una volta fissata una conica nel piano proiettivo e tracciate le due tangenti alla conica passanti per il punto P, congiungendo i due punti di tangenza: si dice anche che la retta e il punto si corrispondono in una polarità (che dipende dalla conica fissata in precedenza). Con sign. affine, dato un triedro nello spazio tridimensionale, si dice triedro p. di questo il triedro che ha per vertice lo stesso vertice e per spigoli tre semirette, ciascuna perpendicolare a una faccia del triedro dato. In fisica, momento p., momento di una forza rispetto a un punto (v. momento, n. 7 b). Nella navigazione marittima (e analogam. per quella aerea), rilevamento p. è l’angolo orizzontale, con vertice al centro della nave, formato dalla direzione della prora con la visuale inviata a un oggetto (altra nave, punto a terra, ecc.); si conta, a partire dalla prua, da 0° a 180° verso dritta o verso sinistra. 3. Per estens. dei sign. geografico e geometrico, il termine è passato a qualificare proprietà di un ente provenienti da determinate relazioni, generalmente di simmetria o di antitesi, rispetto ad altri enti. Così, in chimica e fisica, molecola p., v. molecola; gruppo p., radicale che presenta un momento elettrico dipolare; legame p., lo stesso che legame ionico o eteropolare (v.). In elettrotecnica, con riferimento al campo magnetico nel traferro delle macchine rotanti, e in partic., ai poli magnetici: espansione (o scarpa) p., la parte terminale dei poli; passo p., la distanza tra i poli; ruota p., rotore a poli salienti; ecc. In botanica, nuclei p., i due nuclei aploidi che, nel sacco embrionale delle angiosperme, migrano uno dall’apparato ovarico l’altro da quello antipodale verso il centro e si fondono dando origine al nucleo secondario diploide del sacco embrionale, detto anche nucleo dell’endosperma secondario. In biologia, capsule p., cellule della spora di alcuni protozoi parassiti dell’ordine degli cnidosporidî che racchiudono un filamento spirale il quale, sotto l’azione dei succhi digestivi dell’ospite, si estroflette e permette alle spore di ancorarsi alla parete intestinale; globulo (o corpuscolo) p., cellula di piccole dimensioni e destinata a degenerare che, negli animali, viene emessa dall’ovocito durante la prima e la seconda divisione meiotica. 4. In senso fig., come calco del ted. polar, di elemento in genere che è in antitesi rispetto ad altro, che costituisce o contiene un’antitesi: concetti, nozioni p.; locuzioni p., quelle, come «presto o tardi», «bene o male» e sim., formate da termini opposti. ◆ Avv. polarménte, non com., in antitesi, in totale opposizione: sono concetti polarmente opposti (cfr. il più com. diametralmente).