plasticita
plasticità s. f. [der. di plastico1]. – In genere, l’essere plastico; qualità, caratteristica di ciò che è plastico. 1. Nel linguaggio tecn., la proprietà di un materiale solido di deformarsi plasticamente, cioè di subire deformazioni di notevole ampiezza che permangono al cessare della sollecitazione che le ha prodotte: la p. del piombo, della cera, dell’argilla impastata con acqua. In partic., nella meccanica delle terre, p. del terreno, la sua attitudine a conservare la forma che gli si dà quando è bagnato e a ritenerla in seguito a disseccamento (dipende dalla quantità di argilla e acqua presenti nel terreno stesso, oltre che dalla sua struttura); limite di p., uno dei tre indici di Atterberg (v. limite, n. 2 a) per un terreno argilloso: caratterizza il grado di consistenza di un’argilla nello stato fisico di passaggio tra lo stato plastico e quello semisolido (o polverulento); viene determinato sperimentalmente preparando un certo numero di provini del terreno, ed è espresso dal valore del corrispondente contenuto percentuale in acqua. 2. In embriologia sperimentale, la capacità di una parte dell’uovo o dell’embrione di evolversi diversamente dal proprio destino, qualora sia sottoposto a nuove condizioni sperimentali (per es., nei trapianti e negli espianti); è detta anche indeterminazione. 3. In neurofisiologia, la capacità di adattamento del sistema nervoso alle mutevoli condizioni interne ed esterne, che consente, per es., il ripristino, sia pure parziale, di una funzione perduta per la soppressione del relativo centro grazie all’attività sostitutiva di altri centri: tale proprietà, particolarmente accentuata nei livelli più elevati del neurasse (corteccia cerebrale, centri sottocorticali) e alla base di funzioni, meccanismi e processi (memoria, apprendimento, condizionamento, abitudine) studiati dalla psicologia sperimentale, è oggi interpretata come la conseguenza di variazioni della trasmissione degli impulsi a livello sinaptico in determinati punti dei circuiti nervosi. 4. Con riferimento a opere di arte figurativa, il valore essenzialmente scultorio dell’opera stessa, ossia l’impressione di rilievo che essa suggerisce all’osservatore: la drammatica p. del gruppo del Laocoonte; la p. degli affreschi michelangioleschi; per estens., anche di opere letterarie: una descrizione priva di p.; immagini di straordinaria plasticità. 5. In senso fig., attitudine del carattere umano ad essere plasmato dall’educazione e dagli eventi: p. psichica; è un ragazzo di notevole p. mentale; anche, capacità di adattamento a circostanze di vita e d’ambiente diverse da quelle abituali.